Regia di Alberto Negrin vedi scheda film
23 maggio 1992. Proprio mentre sta aspettando l'amico e collega Giovanni Falcone per un pranzo insieme, Paolo Borsellino viene informato dell'atroce attentato mafioso appena avvenuto. Falcone muore quel giorno, nei successivi 57 Borsellino gli sopravvive, ben cosciente però che la sua vita ha ancora durata breve. Lo Stato non farà nulla per salvargliela, la mafia agirà di nuovo indisturbata il successivo 19 luglio.
Fiction televisiva di qualità: in apparenza un paradosso, almeno a livello artistico, ma in concreto un lavoro più che accettabile, se circoscritto nell'ambito suo proprio, cioè quello del piccolo schermo. E soprattutto, ciò che più conta, un film dai contenuti civili che ripropone la Storia recente del nostro Paese con i toni aspri che essa merita. Paolo Borsellino. I 57 giorni viene realizzato nel ventennale della morte di Borsellino e Falcone (in contemporanea circa a Vi perdono, ma inginocchiatevi, di Claudio Bonivento, incentrato invece sulla figura di Falcone) con una sceneggiatura del produttore Francesco Scardamaglia e per la regia di un esperto sia di lavori televisivi che di film 'impegnati' quale Alberto Negrin. A rivestire il ruolo del giudice Borsellino è chiamato Luca Zingaretti; altri elementi di spicco nel cast sono Lorenza Indovina, Enrico Ianniello, Marilù Pipitone, Rori Quattrocchi, Francesco Casisa. Dato l'argomento, il cast non ha bisogno di grandi nomi di risalto, ma quelli che vi prendono parte sono comunque tutti al posto giusto, senza stonature. Un grande nome si spende invece per la colonna sonora: quello di Ennio Morricone. Il racconto dei 57 giorni che intercorrono fra il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 è verosimile e privo di concessioni ai classici svolazzi romanzati da produzione tv; sulla professionalità di Negrin non c'è d'altronde alcun dubbio. 5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta