Regia di Crispian Mills, Chris Hopewell vedi scheda film
E' un film completamente scritto attorno a Simon Pegg, A fantastic fear of everything, che interpreta gustosamente un personaggio dalle tinte presumibilmente autobiografiche partorito dal cantante e chitarrista dei Kula Shaker (e dei Jeevas) Crispian Mills, al suo esordio nel mondo del cinema. C'era molta comprensibile curiosità su questa pellicola e fondamentalmente Mills (aiutato in fase di regia da Chris Hopewell, già regista di numerosi videoclip musicali, ma in solitaria nella fase di sceneggiatura) non la delude affatto, realizzando un lavoro discretamente prodotto e rifinito con cura, dalle atmosfere vittoriane e noir quanto basta (nel segno dei gusti dell'autore, appunto) e al contempo spiritoso, autoironico e a tratti pure fumettistico: esemplari in tal senso sono la sequenza dei titoli di apertura e quella dei ricci verso la conclusione, ma sostanzialmente tutto il film vive questo tipo di impostazione astratta e manicheistica. Mills, si diceva, e Jack/Pegg: un artista sulla quarantina frustrato dal declino di popolarità, tentato dalle sirene della produzione 'alimentare', divorato dai propri dubbi e dai tormenti interiori; e così come Jack accetta infine il compromesso con il suo passato, superando in un colpo i traumi dell'infanzia, anche Crispian ripercorre a tutti gli effetti il passato remoto, quello durante il quale la madre (Haley Mills) e i nonni materni del regista-cantante erano affermati attori. Al di là di queste spigolature o curiosità, A fantastic fear of everything è una piacevole commedia forse troppo semplicistica in certe sue soluzioni (la banalizzazione del complesso dell'abbandono da parte del protagonista, per esempio), ma dalla buona tenuta sia stilistica che contenutistica. Il difetto principale forse risiede nella difficoltà a decollare da parte della narrazione, che impiega circa una mezzora a staccare la macchina da presa da Jack e dal suo appartamento; colonna sonora amabilmente selezionata da Mills, con musiche originali di Michael Price. 5/10.
Jack, scrittore sulla quarantina, non vuole piegarsi a scrivere storielle per bambini come invece la sua agente gli suggerisce. Nel frattempo l'uomo viene stritolato dalle sue fobie, prima fra tutte quella di venire assassinato. Così una sera decide di recarsi in una lavanderia automatica, luogo dal quale tutti i suoi complessi hanno preso piede.
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