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Candidato a sorpresa

Regia di Jay Roach vedi scheda film

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La recensione su Candidato a sorpresa

di supadany
5 stelle

Brutto mondo quello della politica (vincere ad ogni costo, i contenuti non servono e non portano nemmeno voti), Jay Roach (tra l’altro suo anche “Game change” (2012), realizzato nello stesso periodo e di tenore diverso) deve aver pensato che che valeva la pena di riderci su, ma a parte qualche carenza concettuale, se il film non funziona al meglio questo è soprattutto da ricercare nella mancanza di continuità nella generazione di spunti comici.

North Carolina, Cam Brady (Will Ferrell) è sicuro di essere il solo candidato nella sua zona, e quindi di mantenere il suo mandato, ma inaspettatamente si trova come avversario il pacifico Marty Huggins (Zach Galifianakis).

All’inizio Brady surclassa il neofita avversario, ma col tempo capirà che la vittoria non è così scontata, soprattutto quando gli interessi economici spingono nell’altra direzione.

 

 

Metti nello stesso film due tra gli attori demenziali migliori disponibili su piazza (Will Ferrell e Zach Galifianakis) e pensi che il gioco sia fatto; in un certo senso questo film ci conferma che occorre anche dell’altro per ottenere un buon risultato.

Sicuramente non mancano siparietti comici ad effetto, spesso generati da acuti di irriverenza, ma sul resto permangono molti dubbi.

Innanzitutto le gags sono copiose, ma non sempre riuscite (trattasi più che altro di schegge impazzite che innervano un piatto languido), ma poi è soprattutto il finale “educato” a risultare appiccicato a dovere per non dare fastidio fino in fondo (che gli americani a certe cose ci tengono e non vale la pena di ammorbarli troppo).

Dopo di che la storia a grande linee ricorda “Una poltrona per due”, con due datati magnati (John Lithgow e Dan Aykroyd che passa dall’altra parte del guado) che tessono le redini, un individuo arrivato dal nulla (e che nulla conta per tutti) e quello che sta bene costretto a destreggiarsi in una situazione nuova (imparando anche qualcosa), ma il rimando mentale, a parte il simpatico giochetto, non aggiunge certo dell’altro.

Un film discontinuo, scritto non benissimo che propone momenti divertenti in numero non sufficiente per far si che il film possa definirsi riuscito.

Sufficienza stropicciata.

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