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Candidato a sorpresa

Regia di Jay Roach vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Candidato a sorpresa

di alan smithee
6 stelle

Per gustarsi nel modo giusto questa innocua, grossolana e talvolta divertente commediola bisogna andare al cinema con le aspettative emozionali di un bambino, e dunque innanzi tutto senza nessuna ambizione autoriale o culturale. D'altronde da un regista come Jay Roach non ci si puo' aspettare nulla di meglio di quel che promette (e concede) questo filmetto libera pensieri...ma neanche di peggio a dire il vero, perché le premesse per un divertimento anche greve, ma talvolta pungente, spudorato e certamente attuale (altroché se attuale...e non solo o tanto per le imminenti elezioni americane quanto soprattutto per il vergognoso "mangia mangia" a cui stiamo assistendo in questi "giorni del giudizio e della vergogna" presso i vertici delle nostre principali regioni italiane.....e poi si identificava nelle provincie il fulcro dello spreco e dello sperpero.... bah...) ci sono tutte e vengono ampiamente sfruttate e rese a tratti irresistibili da due attori smargiassi e divertenti come Will Farrel (nel ruolo del politico navigato democratico Cam Brady) e Zack Galifianakis (in quello dello sfidante improvvisato e fantoccio...almeno inizialmente...Marty Huggins, repubblicano al soldo delle multinazionali).
Che la politica americana sia nelle mani di chi ha il potere economico e i soldi per potersela finanziare non e' certo un mistero, e forse in linea di principio questo teorema, per quanto poco democratico, fa sì che certi sotterfugi e ruberie tipicamente nostrani possano essere evitati gia' anche solo a livello di umana irrinunciabile tentazione. Ma in questa sede non e' certo il caso di parlare di tutto ciò; merita certamente di piu' godersi lo spettacolo facile e di grana grossa, che diventa divertente proprio nei momenti piu' grevi e volgarotti tra cui ricordo in particolare l'esilarante "confessione con condono" dei due figli grassocci del neo-candidato che, lasciati liberi di rivelare le proprie colpe, tirano fuori un catalogo irresistibile di porcherie da fantascienza; oppure le gaffes sessuali e gli scatti d'ira inconsulti del Will Farrel democratico, che lascia messaggi telefonici hard sbagliando destinatario e beccando la famiglia piu' bigotta d'America, o i suoi pugni sferrati per sbaglio su un neonato e poi sulla star canina di The Artist; e poi a far da corollario un gruppo di caratteristi di lusso da favola, il terzetto maturo formato da Brian Cox, John Lithgow e Dan Aykroyd, dove questi due ultimi ricordano un po' i due vecchietti avidi e furbissimi de "Una poltrona per due" (altro film, altro spessore...intendiamoci! ma quegli attori....), e pure il bel tenebroso Dylan McDermot e' piuttosto ruscito nel suo ruolo di "formatore" politico rude e con le palle.
Insomma a tratti si ride (a volte per non piangere, a volte di gusto) e sotto sotto un po' ci si diverte, forse perche' ogni tanto fa bene riderci un po' su, e perché a limitarci a guardare telegiornali o approfondimenti serali incentrati su questa politica sporca e vergognosa, si finisce per cadere nella piu' cupa depressione.

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