Regia di Alberto De Martino vedi scheda film
Sangue, sesso, satanismo, incesto, vomito, voci demoniache e via dicendo: questo L'anticristo nasce cercando di raccogliere le briciole de L'esorcista (William Friedkin, 1973), grande successo di pubblico della stagione precedente. Purtroppo però i mezzi sono davvero pochi (e gli 'effetti speciali' miserrimi), la sceneggiatura è un pasticcio di luoghi comuni (firmata da De Martino, Vincenzo Mannino e Gianfranco Clerici) e le uniche cose che possono salvarsi sono le musiche di Morricone/Nicolai e la tenuta del cast, guidato da una brava Carla Gravina cui viene richiesto di recitare perennemente sopra le righe: e ci riesce bene. Accanto all'attrice friulana ci sono Alida Valli, Mel Ferrer e, in ruoli minori, Anita Strindberg, Remo Girone e Mario Scaccia; la fotografia è di Aristide Massaccesi/Joe D'Amato. Inutile spendere più di tante parole su un'opera di tanto piccole pretese, che grazie allo straordinario fiorire del cinema di genere italiano di quegli anni ebbe persino qualche esportazione internazionale; se la storia è banale e la messa in scena ordinaria e priva di grande fantasia, comunque si ricordi che De Martino non è mai stato un grande regista, rimanendo per tutta la sua carriera nell'ambito del cinema di serie B o C. A conti fatti, insomma, il lavoro è quantomeno 'onesto'. 3/10.
Ippolita, ragazza di buona famiglia, vive in carrozzina fin da piccola; quando comincia a dare strani segni di squilibrio, si pensa a una possessione satanica: occorre quindi convocare un esorcista.
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