Regia di David Marconi vedi scheda film
Una coppia di sposini in viaggio di nozze in Marocco esegue una escursione nel deserto con un fuoristrada che presto viene inseguito da un secondo veicolo che mostra intenzioni non amichevoli. Ad un certo punto, dietro una duna, avviene un irreparabile quanto assolutamente imprevisto impatto con un camioncino fermo i cui occupanti vengono uccisi o feriti.
Restano in vita sei persone, tutte prigioniere del deserto, senza viveri, poca acqua e nessuna possibilità di spostarsi: i due sposi, l'autista del veicolo inseguitore, una donna francese con un lattante, un individuo probabilmente reduce dalle patrie galere e un misterioso sconosciuto.
Nella difficoltà della situazione, in cui si sente il profumo di lotta per la sopravvivenza, il gruppo si organizza con gerarchie inaspettate. Ma sullo sfondo del deserto l'anima di ognuno piano piano si spoglia di ogni messinscena, facendo risaltare il vero se stesso....
David Marconi, che di mestiere di solito fa lo sceneggiatore di thriller ad alto tasso di adrenalina (Die Hard, Nemico Pubblico), per una volta si mette dietro la macchina da presa e dirige un film nel quale però si avverte sensibilmente l'ispirazione o i suggerimenti di Luc Bessons (nei titoli però citato solo come produttore).
La apparente immutabilità del deserto fa infatti da sfondo ad un'animata trasformazione dei personaggi, che mostrano presto quello che sono ovvero persone ciniche, avide, egoiste e meschine.
Ammesso che si senta di farlo, lo spettatore fa fatica a trovare un personaggio in cui immedesimarsi o per cui tifare, perché non vengono mostrati eroi positivi, ma solo caratteri pieni di debolezze e idiosincrasie con in comune il disprezzo per gli altri.
E mano mano che ognuno dei sei sopravvissuti si racconta, emerge che quell'oscuro luogo del Sahara in cui sembrano essersi collisi per caso rappresenta invece quasi un punto di intersezione fra le loro vite (e la loro morte).
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