Regia di Sacha Gervasi vedi scheda film
Da un film su Hitchcock forse ci si aspetta di più, certamente maggior tensione, ma questa è una biografia, genere che forse si presta poco, ma tutto può dipendere anche dagli ingredienti di base.
Circa una settimana fa, prima che vedessi questo film, avevo letto un articolo su "La stampa" che illustrava il libro di Riccardo Palmieri "Alfred Hitchcock. Il maestro del brivido" Armando Curcio Editore. La tesi del libro è che "all'ombra del genio", la moglie Alma subisse "segrete umiliazioni" e fosse decisamente sottomessa all' 'ingombrante' consorte.
Il film di Gervasi parte da un' altra premessa e da un altro libro, quello di Stephen Rabello che racconta la genesi travagliata del film di Psyco, tra censure e opposizioni della casa cinematografica che non voleva produrlo, forse l'opera più famosa di H. e caposaldo del genere.
Esiste un detto, più o meno realistico: dice che all'ombra di un grande uomo ci sia alle spalle una grande donna, e questa è la tesi si cui si è costruito questo film che parla del rapporto complesso tra il maestro del brivido e la moglie Alma Reville - donna nella realtà minuta, piccola, probabilmente lontana dall' immagine che ne dà Hellen Mirren, seppur bravissima nel suo ruolo. - Quale sia la realtà, non potremo mai saperlo con certezza, ma credo che la convivenza con un artista di un certo calibro (che si chiami Hitchcock o Picasso poco importa) non sia mai facile nè scontata. Se fosse vero che H. era un sadico che umiliava la moglie, qui non emerge se non molto, molto velatamente.
Emerge senz'altro il talento notevole di Anthony Hopkins, quasi irriconoscibile sotto la maschera gonfia del suo personaggio di cui riesce a rendere le ossessioni, (quella per le donne bionde eteree e perfette e una ricerca maniacale della perfezione) l' ironia macabra, l'arguzia che lo aiuta ad aggirare gli ostacoli che trova sul percorso, le bizzarrie, le illusioni e anche una certa fragilità (si sente tradito dalle attrici che lo 'abbandonano' ed è geloso della moglie che collabora con un altro uomo nella scrittura di una sceneggiatura); insomma, un uomo certo non comune. Se Alma era davvero l' "anima" di Alfred, ma curiosamente non veniva mai chiamato così neppure da lei, allora forse dobbiamo a lei la realizzazione di Spyco e la sua conclusione.
Verrebbe da dire 'date a Cesare quel che è di Cesare', e a Hitchcock quel che è di Hitchcock.
Il ritratto di Alma è quello di una donna di carattere, decisa e determinata, poco disposta a piegarsi ai capricci di un marito esigente, ma sempre disposta a sostenerlo, aiutarlo e incoraggiarlo e all'occorrenza restare al suo posto. Un rapporto d'amore, collaborazione e scambio non privo di contrasti, apparentemente platonico (dormivano davvero in letti separati?) ma senz'altro forte e saldo.
Il film è convincente, ben girato e gli interpreti ottimi, ma trovo che qualche piccola stonatura ci sia (ad esempio il personaggio che appare in alcune scene dovrebbe essere il vero assassino cui è ispirato Norman Bates e interagisce con Hitch, ma non è chiaro cosa rappresenta, almeno per me; semplice ossessione o più probabile alter ego? Inoltre mi sembra inserito un po' forzatamente...)
Bello il finale con il 'richiamo' diretto a un altro film, curioso e ironico. Direi proprio alla Hithcock.
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