Espandi menu
cerca
Haunter

Regia di Vincenzo Natali vedi scheda film

Recensioni

L'autore

alan smithee

alan smithee

Iscritto dal 6 maggio 2011 Vai al suo profilo
  • Seguaci 318
  • Post 219
  • Recensioni 6728
  • Playlist 21
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Haunter

di alan smithee
6 stelle

Vincenzo Natali, classe '69, canadese di origini palesemente e quasi sfacciatamente italiane, è il regista del notissimo The Cube, oggetto di culto per tutti gli appassionati di horror. Un pò in sordina nei film che hanno seguito questo suo cervellotico exploit dirompente, Natali è pressoché sempre rimasto nei limiti delle tematiche fantasy/horror, ed è tornato a farsi notare con il buon "Splice" qualche anno orsono. Haunters (Fantasmi), è un film horror apparentemente di poche pretese, palesemente di serie B, che ha comunque almeno il pregio di vantare un'ambientazione piuttosto affascinante (una tetra casa all'americana, ma sempre perennemente avvolta da una fitta nebbia impenetrabile nella quale si annidano misteri oscuri e parimenti densi, causati dalla perversione di una mente malata che non riesce a trovare negli anni un degno avversario pronto a tenergli testa); ma anche, e non so se questo sia un pregio o invero un limite, quello di pescare qua e là tra alcuni capisaldi del nuovo horror dell'ultimo decennio (lo splendido The Others di Amenabar in testa), e di risultare un prodotto medio tutto sommato piuttosto interessante, a parte qualche lungaggine e qualche incongruenza nella complessa storia che ci accompagna, tra incubi e deliri labirintici (anche stavolta dopo The cube) alla conclusione che ha il sapore di una favola gotica ma dal lieto fine.
In pratica di troviamo di fronte ad una trama alla "Ricomincio da capo", commedia cult anni '90 di Harold Ramis, ma in chiave decisamente noir/horror. Lisa è una sedicenne che si sveglia ogni mattina nel giorno del suo sedicesimo compleanno, costretta a ripetere come un automa tutte le medesime azioni, anche le più banali, che la conducano a fine giornata, speranzosa di cambiare giorno, ma finendo inesorabilmente per ricominciare nuovamente tutto daccapo. A differenza degli altri membri della sua famiglia, che procedono nella routine come automi, la giovane ricorda tutto di quelle infernali ripetizioni senza fine, e cerca in tutti i modi di persuadere genitori e fratello a crederla su quella impossibile verità. Nel contempo, indagando sui segreti della casa, la ragazza viene in contatto con lo spirito di alcune ragazze che hanno abitato in precedenza la magione e che pare abbiano trovato la morte in circostanze alquanto misteriose e crudeli. Procedendo con le ricerche, l'intraprendente ragazzina scopre che la causa di tutto quell'incubo senza fine risiede nel malvagio proprietario che ha posseduto la grande casa prima della sua famiglia e di quelle che la hanno preceduta. Inutile raccontare e svelare qualcosa in più dei segreti di quella dimora, perché tutto in qualche modo (e con qualche passaggio non proprio chiarissimo), viene spiegato entro l'epilogo finale, peraltro annunciato molte volte ed altrettante instancabilmente rimandato.
Detto ciò il film è abbastanza intrigante, se si adotta nell'affrontarlo un atteggiamento di prudente curiosità e si mettono da parte aspettative ed ambizioni che si riserverebbero ad un autore navigato e dalla personalità definita - qualità che Natali, cineasta dotato di lodevole professionalità, ancora non pare possedere. Interessante più che altro per il senso di oppressione ed inquietudine che riesce a trasferire sul pubblico, in qualche modo anche lui imprigionato nella trappola temporale e logistica della povera ma determinata Lisa. Nel cast non ignobile ma anzi piuttosto azzeccato, popolato da facce nuove e sconosciute spesso eccentriche ed eccessive ma funzionali, brilla la stellina minorenne Abigail Breslin, recentemente piuttosto attratta dal mondo del thriller/horror (l'abbiamo vista di recente nellefficace The Call con Halle Berry): un volto tenero che tuttavia ha perso la freschezza spavalda e paffuta degli  irresistibili anni di Little Miss Sunshine. Una personalità che tuttavia qui sa rappresentare adeguatamente la maturazione adolescenziale dignitosa, ma spesso colma di disagio, resa ancor più complessa da una sfida contro un male che non si ferma davanti a nulla; sfida affrontata con la determinazione di una combattente improvvisata, ma motivata a porre fine ad una strage mossa dalla malvagità e dalla cattiveria pura e gratuita e per questo umanamente inaccettabile.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati