Regia di Elio Piccon vedi scheda film
Gargano, 1966. Un pescatore decide di trasformare un pezzetto di lago, ormai ridotto a pantano e inservibile per la pesca, in campo. Pazientemente, aiutato da moglie e figlio, porta in acqua secchiate e secchiate di terra. Ma il figlio abbandona l'impresa e anche la natura non sembra volerla agevolare in alcun modo.
Fra gli argomenti preferiti di Elio Piccon, documentarista neorealista fuori tempo massimo (ma non per questo meno valido e apprezzabile), c'è la pesca nel Gargano. Questo Il campo si affianca infatti ai coevi Il pantano e Cavalli ciechi, tris di cortometraggi dalla medesima ambientazione e dagli identici toni. Sconsolati, crudi come la realtà dei fatti: Piccon è innanzitutto giornalista, ritrae la miseria di ciò che lo circonda senza farne spettacolo o esplicita denuncia, per quanto la visione di un lavoro come Il campo non possa che porre nello spettatore mille domande sul degrado sociale del meridione (altro soggetto che ricorre nei film del cineasta) e sugli effettivi risultati dell'ormai trascorso boom economico, ben poco avvertito in vaste zone del Belpaese. Quattordici minuti appena, circa la durata standard dei corti picconiani; passato rapidamente nel dimenticatoio, l'autore è stato riscoperto qualche decennio più tardi grazie al restauro delle sue opere da parte della Cineteca di Bologna, nonchè alla trasmissione notturna su Rai 3 a cura di Enrico Ghezzi. 6/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta