Regia di David Ayer vedi scheda film
“End of watch” è un poliziesco che si fa principalmente notare per le diverse modalità di ripresa, mentre sul resto non offre particolarità rilevanti con buona pace del regista David Ayer che nei contributi extra del bluray si “vanta” di saper scrivere molto bene questo tipo di storie e di aver redatto in soli sei giorni l’intera sceneggiatura (forse prendersene qualcuno in più non sarebbe stata una cattiva idea).
Giorno dopo giorno gli agenti Brian Taylor (Jake Gyllenhaal) e Mike Zavala (Michael Pena) affrontano il rischio per tutelare la giustizia sulle strade.
Tra i due c’è una profonda amicizia e tendono spesso ad esagerare nei modi, ma sempre con lealtà (che va anche oltre al codice), e quando ficcheranno il naso negli affari dei potenti cartelli della droga diventeranno loro stessi il bersaglio della vendetta di chi non si fa problemi ad eliminare chi si frappone nei loro affari.
Un lussureggiante discorso introduttivo di sincero effetto ci porta nella visione di un film che nelle intenzioni (dichiarate dal regista) rappresenterebbe il risultato del mix tra l’estetica di Youtube e quella di “Training day”.
Aspetto interessante, ma che lascia anche il tempo che trova (non molto) rispetto al fulcro della trama e che da la sensazione di un eccessivo personalismo nelle riprese non sempre produttivo con un montaggio adrenalinico, ma a volte anche un po’ troppo schizofrenico.
Comunque sia le figure dei poliziotti sono tutto fuorchè monodimensionali ed oltre al loro rapporto desta interesse anche quello con le loro donne, rappresentato con genuino sentimento anche grazie all’intensa partecipazione di Anna Kendrick e di America Ferrera.
Il momento topico poi è riservato al finale al piombo, che ad un certo punto si attende anche perché diventa chiaro cosa sta per accadere, e qui si registra qualche manchevolezza narrativa per quanto l’effetto drammatico sia conseguito (anche calcolato?).
Un film in sostanza sincero, ma ancora una volta David Ayer non riesce a creare un insieme in grado di lasciare un segno più marcato, questo per quanto l’impegno non manchi ed l’evoluzione si faccia seguire offrendo anche qualche scorcio interessante che vuole andare oltre la semplice finzione (come i vari volti della vita dell’agente e la diversità di approccio tra gli stessi).
Meno sorprendente del preventivabile, comunque onesto.
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