Regia di Susanne Bier vedi scheda film
Melodramma a tinte fosche, ispirato ad un ottimo romanzo di Ron Rash, non è all'altezza del suo omologo letterario.
George Pemberton, imprenditore e proprietario terriero, alla fine degli anni venti, nella Carolina del Nord della Grande Depressione, progetta di creare un colosso industriale, mediante il commercio del legno, per poi espandere l’export, fino in Brasile. Quando incontra, Serena Shaw, affascinante cavallerizza, miracolosamente sopravvissuta ad un tragico incendio che ha sterminato la sua famiglia, è un colpo di fulmine. S’innamorano e si sposano. Quando tornano in Carolina, Serena non fa solo la moglie, ma diventa padrona e manager attiva dell’attività del marito, una donna volitiva, indipendente, piena di risorse, lavora, risolve problemi, si mette alla stessa stregua dei suoi dipendenti, fa quello che fanno loro, ma meglio di loro, ha un carattere forte e un’indole sinistramente decisa, salva la vita a uno degli spaccalegna Galloway e arriva perfino ad addestrare un’aquila per eliminare i serpenti velenosi. George, si ritrova al fianco una moglie brillante e capace, una donna ambiziosa e carismatica, che esercita un forte ascendente su tutti quelli attorno a loro, una laboriosa e pratica, compagna d'affari che, tuttavia nonostante le buone premesse non decollano, rallentati da problemi burocratici, incidenti sul lavoro e alti costi di gestione, viziati da irregolarità più o meno gravi. In più, i due sono apertamente osteggiati dallo sceriffo e dagli ecologisti, che con la complicità del socio storico Buchanan, sono decisi a rilevare le foreste e a farne un parco. Ciononostante, preda di un delirio di onnipotenza omicida, George e Serena eliminano di volta in volta, tutti coloro che li intralciano, a cominciare da Buchanan sparato al cuore da George durante una battuta di caccia e fatto passare sbrigativamente per un incidente, poi a seguire è la volta di Campbell, un impiegato casualmente venuto in possesso dei libri mastri che attestano i pesanti illeciti compiuti, pronto a denunciarli, ma fermato in tempo dal feroce Galloway, soccorso in precedenza da Serena e quindi in debito di riconoscenza, che risolve spietatamente il caso. Sembrano inarrestabili, ma quando Serena dopo aver subito un aborto spontaneo divenendo sterile, viene a sapere che il marito ha un figlio illegittimo, entra in una sorta di paranoia ossessiva, vede in pericolo il suo futuro di moglie e di madre mancata, perde completamente la testa, la sua passione già morbosa, diventa insana e si colora di nero, manda il solito Galloway, ad eliminare il figlio di George e la stessa madre del bimbo. Solo a quel punto George si riscuote dal torpore e reagisce, immolandosi e salvando i due innocenti, mentre la moglie ormai completamente fuori controllo, dà fuoco alla sua casa, lasciandosi morire. Ispirato ad un romanzo di successo di Ron Rash, interpretato da due stelle di Hollywood e girato da una cineasta di fama, avrebbe avuto le carte in regola, per essere un film veramente intrigante, tuttavia a fronte di queste premesse ottime, la pellicola resta al palo. La regia della Bier è volenterosa, ma fiacca e non riesce a trasmettere il giusto pathos. E’ in buona sostanza un melodramma a tinte fosche, elegantemente patinato nella confezione, collocato in una cornice illuminata di suggestivi colori autunnali, ma sostanzialmente freddo nei contenuti, per quanto diligente l’interpretazione dei protagonisti non lascia il segno, ottima invece la caratterizzazione dell’ex galeotto con un senso della giustizia, molto personale. Direi un’occasione mancata
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