Regia di Niels Arden Oplev vedi scheda film
Finestra con vendetta
Il lavoro di Oplev (regista del primo “Uomini che odiano le donne”) si colloca senz’altro nell’ampio calderone di quella quota annuale di produzione cinematografica (anno 2013) caratterizzata da una medietà diffusa, che difficilmente riesce a distinguersi da altri prodotti più o meno uguali.
Mediocrità di scrittura e di resa non preventivata ma immaginabile vista la “forza” attoriale in campo: Colin Farrell, per sua natura professionale non sempre capace di reggere un film sulle proprie spalle, e l’iconica Noomi Rapace, di solito a suo agio in ruoli di contorno ma poco incisiva in questo caso.
Un peccato, perché le fasi iniziali lasciavano ben sperare: l’incontro/scontro di sguardi e di ammiccamenti tra i due protagonisti, lontani ma così vicini, dal chiuso delle loro gabbie cittadine, è sorretto felicemente da speculative inquadrature dei palazzoni svettanti, che formano veloci e non inconcludenti quadretti emozionali sfruttando l’annullamento della privacy (e delle distanze) di queste apparenti oasi di isolamento emozionale. Che fornisce un sbocco “voyeristico” alla trama, malauguratamente appena accennato in luogo dell’impianto thrilling.
Perfino tale rapporto, centrale nella struttura portante del film, non riesce mai a coinvolgere appieno, data la poca alchimia Farrell/Rapace, deleteria in particolare per lo sperpero del capitale di bellezza “sghemba” e di ambiguità del personaggio interpretato da quest’ultima.
La pochezza sceneggiativa si esplica poi in situazioni stereotipate da “revenge movie”, qualche “buco” (la trasformazione di Victor da mite ingegnere in “macchina da guerra” viene “spiegata” con una singola frase in risposta alla curiosità di Beatrice: “Ho fatto il servizio militare in Ungheria” [sic]) ed una resa dei conti finale pacchiana.
Se al deficitario quadro aggiungiamo un antagonista fiacco, interpretato senza mordente dal “televisivo” Terrence Howard, avremo la tara di un lavoro presto obliabile già durante i titoli di coda.
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