Regia di Ben Stassen, Vincent Kesteloot vedi scheda film
Tornano Sammy e l’inseparabile amico Ray, questa volta in veste di genitori di una nuova generazione di piccole tartarughe marine. Sammy 2. La grande fuga 3D vede di nuovo alla regia Ben Stassen, affiancato per l’occasione da Vincent Kesteloot, ma non ha la struttura episodica del precedente. È invece una grande avventura marina che non vuole sfigurare troppo nel confronto con l’America. Il modello Usa è evocato ma non imitato: l’intreccio richiama Alla ricerca di Nemo con pesci che devono evadere, non però da un piccolo acquario, bensì da un grande acquapark di Dubai equivalente piuttosto a un supercarcere con tanto di piccolo boss, il cavalluccio marino Big D, dietro le vetrate. Se l’aragosta dalla personalità dissociata Lulu è un’aiutante analoga alla smemorata Dory di Nemo, più originale è Jimbo il pesce Blob, dal colore smorto e dagli occhi enormi, piuttosto repellente e dunque ben diverso dalle altre ammiccanti creature acquatiche. Sopra il livello del mare la pellicola regala poi alcune mirabili sequenze dedicate ai gabbiani, che valorizzano sia il 3D sia la mobilità della macchina da presa virtuale, con inquadrature che seguono ravvicinate le evoluzioni e le picchiate dei volatili. Tecnicamente il film è forse il migliore in computer graphic realizzato finora in Europa, ma a livello di scrittura non brilla per ritmo e inventiva: il pubblico dei più piccoli cui è rivolto troverà pane per i suoi dentini.
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