Regia di Elio Piccon vedi scheda film
Documentario sulla pesca in un lago melmoso, una palude che rappresenta fonte di economia e di vita per la popolazione povera di un paesino del Gargano.
"Una volta il lago era privato, i pescatori agivano di frodo. Oggi non più: affondano nel fango in piena legalità". Con queste parole la voce del narratore esterno introduce lo spettatore alla miseria e allo squallore, la condizione di rassegnazione di un gruppo di pescatori - e quindi delle loro famiglie, di conseguenza - del Gargano, dove il pantano del titolo si trova. Undici minuti e mezzo di scene di pesca approssimativa, aggettivo doveroso visto che le condizioni del lago sono a dir poco proibitive e l'idea che ne scaturisce non è certo quella di un luogo pescoso e, soprattutto, sano. Elio Piccon girò, fra gli anni Cinquanta e i primi Settanta, numerosi cortometraggi di questo stampo, documentari ambientati nelle zone più difficili e disagiate del Belpaese, nella tradizione del neorealismo che fu. Ma con un valore aggiunto: Piccon racconta la povertà proprio quando il cinema 'ufficiale', quello di serie A per intenderci, descrive le meraviglie e le delizie del boom economico. 6/10.
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