Regia di Darezhan Omirbayev vedi scheda film
Un cinema poverissimo quello di Darezhan Omirbayev, tanto che risulta incredibile che abbiano trovato una telecamera per girarlo (che ne avesse solo una è una supposizione confermata da alcuni lievissimi salti d’audio tra i campi e controcampi). Il taglio ritardato di molte inquadrature allunga il film di almeno 10 minuti e persino di carrelli c’è stata economia, tanto nella presenza che nella ripetizione della maggior parte di essi. Ma come si dice, di necessità virtù, perché quello che più convince di Student sono le soluzioni narrative adottate dal regista per colpire l’emotività dello spettatore e garantendo una visione attiva dell’opera. Lo studente del titolo frequenta un corso di filosofia dove si impartisce, in linea con la società kazakha, la teoria darwiniana della selezione naturale: il più forte sopravvive, il più debole scompare. Gli studenti si domandano, senza ottenere risposta, se sia allora lecito uccidere il proprio rivale. Il taciturno protagonista, bravissimo nel riproporre uno carattere profondo e allo stesso tempo timido, teso e ingobbito, decide di provarci rapinando un piccolo alimentari (operazione che provoca due morti). La fa franca, nessuno lo scopre, se non la sua coscienza e i documentari sugli animali predatori che una televisione sembra non stancarsi mai di trasmettere e che fanno da intrigante metafora con alcuni episodi del film (un leone azzanna facilmente una iena rallentata dalla melma, ma anche in gruppo ha delle difficoltà nell’uccidere una giraffa).
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