Regia di Benjamín Ávila vedi scheda film
Storia vera e film parzialmente autobiografico (il regista ha perso la madre, "desaparecida" durante la dittatura in Argentina). La lotta contro una delle più atroci dittature sudamericane, i militari argentini post Peròn, 1976-1983, vista con gli occhi di Juan, ragazzino figlio di militanti dediti alla resistenza armata. Film indiscutibile sotto il profilo morale e civile, ma non del tutto riuscito. Avila insiste continuamente sui primi piani dei volti, eccellenti, vero, ed importanti, ma finisce per soffocare un poco la pellicola, le toglie il respiro e il film non decolla mai, nonostante il più che buono impianto generale, a cominciare dalla fotografia per finire con gli attori, tutti bravi. In mezzo alla "guerra sporca" c'è un'infanzia ineluttabilmente segnata, fatta, appunto, di clandestinità e di primi amori. Non del tutto digeribile, ma a suo modo necessario. Per non dimenticare mai ciò che è stato.
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