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Infanzia clandestina

Regia di Benjamín Ávila vedi scheda film

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La recensione su Infanzia clandestina

di alan smithee
8 stelle

CANNES 2012 - QUINZAINE DES REALISATEURS
Ancora America Latina, l'Argentina questa volta; ancora una storia intima a cui fa da sfondo l'opposizione ad un regime dittatoriale ed assoluto. Siamo a fine anni '70, in piena "guerra sporca", una repressione organizzata per debellare ogni forma di protesta e dissidenza. Contro questo stato di polizia che impedisce ogni forma di contestazione, anche pacifica, incontriamo il nostro piccolo protagonista dodicenne, Juan, che diverra', suo malgrado, Ernesto (come il Che, e non e' un caso!) dopo che riuscira' a ricongiungersi fortunosamente, assieme alla sorellina neonata, ai genitori militanti combattenti contro il regime.
Il film, attraverso la storia di questo sveglio dodicenne, rivive i drammatici momenti di una sanguinosa protesta che per il bambino e' una corsa estenuante per nascondere la propria identita', una fuga senza sosta in cui vedra' una per una le persone che egli ama e che lo stimano e apprezzano, allontanarsi da lui in modo violento ed irreversibile: dapprima lo zio, suo alleato e complice in tante avventure e concessioni irresistibili, fino ad arrivare agli amati ma severi genitori, che non sempre pero' il bambino comprende appieno, e che lo stesso spesso desidererebbe fossero uguali, obbedienti e omologati a quelli, magari piu' banali ma piu' facili da gestire, dei suoi compagni di scuola.
In occasione della sua prima bruciante cotta amorosa con la dolce Maria ecco che Juan comincera' a provare sempre piu' insofferenza di fronte alla vita errabonda e perennemente in fuga a cui i due genitori militanti lo costringono fin dalla tenera infanzia. Il film, prodotto da Luis Puenzo e diretto con sicurezza e dinamismo da Benjamin Avila, esordiente che non dimostra alcuna titubanza ma anzi mestiere da vendere, si giova - in alcune delle scene piu' movimentate e forti (ed anche riuscite) della pellicola - del ricorso all'animazione per meglio rendere la drammacita' e la concitazione dei momenti salienti di una fuga dalla oppressione di un regime che non ammette intransigenze od oppositori. E nel finale, quando al bambino non restera' che trovare il coraggio di tornare dall'anziana nonna, unica superstite della sua famiglia cosi' particolare, il nostro protagonista trovera' finalmente la forza per identificarsi di nuovo e definitivamente come Juan.

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