Buenos Aires, 1979. Juan è un bambino clandestino di 12 anni che vive insieme alla sua famiglia. Mentre a casa può essere Juan, per la scuola e il quartiere in cui vive è semplicemente Ernesto, un'identità che gli permette di tenersi al sicuro dalle ombre di un Paese in guerra. Nonostante la sua giovane età, si ritrova così a vivere in due differenti universi: il mondo di Juan e il mondo di Ernesto, due realtà che spesso si scontrano ed entrano in conflitto. Quando conosce Maria, una ragazzina per cui prova la prima cotta, Juan pensa di non poter continuare a nascondersi per sempre: una scelta che però potrebbe essere molto rischiosa.
Note
Ávila riavvolge il filo di una gioventù superata e mai rimossa. Parte dalla (sua) prima persona (la madre desaparecida) e applica il filtro dolceamaro dello sguardo fanciullesco a una storia vera e dura. Non la spoglia delle asprezze, circonda il suo protagonista con il braccio di uno zio coraggioso e umano (l’ottimo Ernesto Alterio), sfuma la violenza inevitabile in animazione resistente, firmando un’opera intima e necessaria, che parla con pudore e coscienza di una lotta (in)giusta.
La lodevole intenzione del regista di raccontarsi autobiograficamente attraverso gli occhi di un bambino che vede la dittatura argentina nel 1979 è un tentativo confuso e lento: Avila, all'esordio, non ha chiaro il target di riferimento e naufraga attraverso più stili (onirico, cartoon, guerrilla) senza cogliere mai veramente il senso dell'opera.
La dittatura del generale Videla imperversava nell’Argentina del 1979* portando avanti la feroce repressione di qualsiasi forma di dissenso politico, cosicché nuove leve di combattenti rientrarono dall’esilio cubano, un po’ alla volta, sotto falso nome e con falsi documenti, per rimpiazzare gli oppositori caduti.
Essi arrivavano recando con… leggi tutto
Ogni paese ha la sua Storia. Quella dell’Argentina si concentra quasi esclusivamente sugli avvenimenti che negli anni settanta scandirono la scontro tra il regime militare ed i suoi oppositori. Un buco nero in cui s’infilano i fantasmi di un paese in cerca di riscatto attraverso il ricordo e la metabolizzazione degli aspetti più bui di quel periodo. Un percorso salvifico a cui il cinema… leggi tutto
La dittatura del generale Videla imperversava nell’Argentina del 1979* portando avanti la feroce repressione di qualsiasi forma di dissenso politico, cosicché nuove leve di combattenti rientrarono dall’esilio cubano, un po’ alla volta, sotto falso nome e con falsi documenti, per rimpiazzare gli oppositori caduti.
Essi arrivavano recando con…
Dopo la morte del presidente Peron nel 1974, la destabilizzazione politica in Argentina lasciò il campo alle manovre di gruppi militari fascisti che dopo due anni si impadronirono del potere con un golpe.
Da quel momento in poi fu avviato il programma della Guerra sucia (“guerra sporca”) ossia la violenta repressione nei confronti non solo di gruppi guerriglieri marxisti o…
Ci risiamo, ma questa volta si scende d'età. Chi ha detto che 10 anni siano necessariamente l'età della spensieratezza? Esiste una narrazione cinematografica altra che ci racconta storie diverse, fatte di…
Ambientato nell’Argentina degli anni ’70, si focalizza sulle condizioni di vita di un ragazzino (di forse 10 anni) che è costretto a vivere in clandestinità coi suoi genitori e con lo zio perseguitati dal regime, cambiando egli stesso nome e regione di residenza. Il film non sembra essere particolarmente interessato alle motivazioni politiche per cui i genitori sono in…
Film che ha un Suo valore Storico (almeno per l'Argentina),interessante nei primi 10' divisi tra parti reali ed a Fumetto poi,si vira verso la realta' della Storia messa in Pellicola e si rimane sempre su una visione sufficientemente appassionante della vicenda e nulla piu'.In gamba tutto il Cast che tiene bene il ritmo non eccelso in tutto il Film peraltro ben sviluppato.voto.6.5.
Il mese di febbraio vede sfilare i due titoli di maggiore successo usciti in sala tra agosto e dicembre 2013 (escluso Frozen forte anche degli incassi di… segue
2013
2013
Nel mese di novembre questo film ha ricevuto 3 voti
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Commenti (3) vedi tutti
Importante e drammatica autobiografia del regista: l'infanzia rubata di Juan. Una storia da conoscere.
leggi la recensione completa di laulillaLa lodevole intenzione del regista di raccontarsi autobiograficamente attraverso gli occhi di un bambino che vede la dittatura argentina nel 1979 è un tentativo confuso e lento: Avila, all'esordio, non ha chiaro il target di riferimento e naufraga attraverso più stili (onirico, cartoon, guerrilla) senza cogliere mai veramente il senso dell'opera.
commento di maurri 63Film che ha un Suo senso Storico !
leggi la recensione completa di chribio1