Regia di Karel Smyczek vedi scheda film
Lascia non poco spiazzati che quello che e' forse il primo film sulle violenze del tifo organizzato nel mondo del calcio, sia stato prodotto nell'allora Cecoslovacchia comunista. Pellicola misconosciuta che riuscii a vedere la prima volta ben più di tre decadi fa, trasmesso dal canale televisivo Odeon Tv, il film diretto dal ceco Karel Smyckec rievoca un grave episodio accaduto verso la metà degli anni 80', quando il treno che riportava da Bratislava i supporters dello Sparta Praga, veniva letteralmente devastato da questi ultimi, con la capo-treno che venne quasi scaraventata fuori dal treno in piena corsa. A quanto pare già negli anni 60' la tifoseria praghese si era resa protagonista di atti di vandalismo, cosa che lascia parecchio basiti, in quanto e' veramente difficile credere che in quella parte di Europa all'epoca denominata "cortina di ferro", potessero accadere fatti del genere, normalmente imputabili alle tifoserie britanniche e occidentali. Non viene specificata la data esatta dei fatti. I giovani hollygaans cechi a un certo punto inneggiano ai fatti di Bruxelles avvenuti nel 1985, quando l'orda inglese causo' ben trentanove morti nello stadio Heysel per l'attesissima finale di Coppa Campioni fra Juventus e Liverpool, che all'epoca, appena tredicenne e tifosissimo bianconero, ricordo come se fosse oggi. In quell'edizione lo stesso Sparta Praga venne eliminato proprio dalla Juve nei quarti di finale, che nonostante il risultato netto e rotondo a favore dei bianconeri, si era dimostrato un osso veramente duro. Dunque l'episodio ritengo che si sia verificato tra la fine del 1985 e il 1986, visto che il film e' del 1987. PERCHÉ? sceglie un'approcio documentaristico, con interviste (appositamente ricreate) a gente comune, datori di lavoro e psicologi, per cercare di dare una spiegazione a questa esplosione di violenza. Una generazione allo sbando (bravissimi tutti i giovani attori) fatta di ragazzi senza ideali ed aspirazioni, che passano il tempo a sbronzarsi e vivendo alla giornata. Ne vengono fuori situazioni di grande disagio anche dal punto di vista familiare. Nel film non si fa alcun riferimento alla politica e al regime, non so se per scelta o semplicemente per il quieto vivere, nonostante in quell'anno il presidente sovietico Gorbaciov annunciava la nascita della Perestroyka, che si estendeva a tutti i paesi del Patto di Varsavia. Il paese comunista più occidentale del blocco e non solo per la sua posizione geografica, la Cecoslovacchia ha sempre vantato una grandissima storia e una grandissima cultura, che lo strapotere di Mosca ha sempre soppresso, specie nel 68' con la Primavera di Praga, quando il presidente Dubceck propose un pacifico allontanamento da Mosca e riforme democratiche per dar vita al Socialismo dal volto umano. Il resto e' storia. Dunque una gioventù senza più una vera identità, desiderosa di libertà e di potersi esprimere, senza però poterne avere la possibilità (e il permesso), arrivando così a manifestare la propria rabbia e la propria frustrazione nel peggiore dei modi. Questa e' la mia personale analisi sul film e sugli avvenimenti narrati, in quanto il regista sembri non voler dare una risposta, ma lasciare allo spettatore il giudizio finale.
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