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Killer in viaggio

Regia di Ben Wheatley vedi scheda film

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La recensione su Killer in viaggio

di alan smithee
8 stelle

Di fronte alla spiazzante mediocrità di quasi tutte le proposte cinematografiche del nostro Natale, che vedono distribuiti pochi titoli in largo numero di copie in modo da costringere la massa, che come d'abitudine accorre solo in questo periodo ad affollare le sale, a vedere solo e comunque quei film, trovo nel già confortante ed ormai abituale rifugio cinematografico francese una soluzione efficace a contrastare concretamente il periodo più insopportabile e desolante della stagione: specie poi quando mi imbatto in oggetti preziosi e meravigliosamente cattivi come questo penultimo film di Ben Wheatley, perso a Cannes dove partecipava alla Quinzaine e riacciuffato ora in occasione della sua uscita nel mercato francese.
Un film cattivo come dicevo sopra, cinico, divertente; diario di un viaggio di coppia in roulotte che riunisce in una esperienza importante due esteticamente insignificanti "assassini nati", o meglio "riscoperti" più che nati.
Tina ha conosciuto finalmente l'uomo che puo' portarla via di casa, lontano da vita sciatta come i vestiti che indossa, lontano da una madre vecchia, brutta e possessiva, che le fa pure pesare di essere stata la causa involontaria della morte del loro cagnetto, rimasto fortuitamente infilzato nei suoi ferri da maglia.
L'individuo che puo' salvarla da questo limbo senza oocasioni si chiama Chris e quando questi le propone una settimana on the road per visitare i siti archeologici e preistorici più famosi della bella campagna inglese, alla donna non pare nemmeno vero di allontanarsi dall'incubo di quella madre egoista e deprimente.
Tuttavia durante il viaggio Chris, posato, ecologista e apparentemente pacifico, mette sempre più in evidenza aspetti violenti del suo carattere che nascondono (neanche troppo bene agli occhi della donna) un istinto da serial killer con un preciso codice comportamentale, a suo modo anche logico e teoricamente nemmeno cosi' impossibile da condividere: eliminare "alla radice" l'elemento che inquina il mondo con un comportamento ostile e dannoso che non può essere oggetto di ravvedimento. Dunque l'episodio del grezzone grasso e maleducato che Chris stritola tra le ruote del suo camper facendo manovra, non appare molto convincente come un fatale incidente agli occhi inizialmente inorriditi di Tina.
La quale non si scomporrà nemmeno molto a scoprire più avanti della morte "accidentale" di un altezzoso camperista scivolato fortuitamente da una rupe, al quale ruberanno persino il cane, copia identica del defunto animale della ragazza. E Tina non inorridirà granchè, ma anzi apprezzerà il gesto in sua difesa che darà occasione a Chris di fracassare il cranio ad un ostinato giornalista impiccione qualche giorno appresso.
E mentre il viaggio prosegue con una intesa ed una programmazione quasi idilliache, la situazione sfugge di mano a Chris quando Tina comincia a non voler essere da meno al compagno e inizia pure lei a trovare soluzioni radicali anche alle più insignificanti piccole problematiche che le si pongono davanti.
E' l'inizio di una carneficina, una scia di sangue che i due amanti folli si trascinano dietro e che lascia l'uomo un po' perplesso, dato che tutto ciò va al di là di quel senso di inevitabile giustizia che egli utilizzava a scopi ecologici per ripulire il mondo da una umanità irrimediabilmente contaminata. 
Teso e dinamico senza rinunciare ad essere divertente nella follia collettiva che spinge i due folli amanti a coronare il loro sogno di riscatto dalla mediocrità e dall'anonimato che li ha sempre circondati. il bellissimo film di Wheatley volge sempre più ad un finale solutorio e ampiamente annunciato alla "Thelma e Louise", in occasione del quale però Tina saprà dimostrare di essere degna figlia della sua spregevole madre e il regista di saper tenere in piedi una sceneggiatura dalla presa crescente, in grado di tingersi di ulteriore sanguinolenta cattiveria e sarcasmo. Un'opera nera e cattiva come è spesso l'intimo carattere umano, invidioso e meschino, sopraffattore solo inizialmente degli irrimediabili meschini senza soluzione, ma presto ben più accanito e giustizialista ai danni dei deboli e degli indifesi.
Un film a tratti geniale, mutazione pulp di quel soprendente Wrong di Quentin Dupieux visto recentemente al Festival di Torino, anche in questo caso ambasciatore di solitudini e disagi che portano alla più cupa follia che genera talvolta mostri assurdi in fondo innoqui (nel film di Dupieux), ma talvolta anche dei macellai incalliti e senza freni, come in questo amabile folle caso di giustizieri camperisti organizzati.

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