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Per una bara piena di dollari

Regia di Miles Deem (Demofilo Fidani) vedi scheda film

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La recensione su Per una bara piena di dollari

di giurista81
3 stelle

Spaghetti western di quarta fascia che, stranamente, gode di un discreto zoccolo duro di fan pronti a definirlo un cult. Non che sia pessimo, sia chiaro, ma neppure un western degno di particolare nota. Demofilo Fidani ci mette impegno nel portare in scena una sceneggiatura, scritta a quattro mani con Tonino Ricci (un altro habitué del cinema di genere di quarta fascia), che non aggiunge niente di nuovo né sul versante della storia né per quel che riguarda i dialoghi ovvero le soluzioni registiche. Ci troviamo al cospetto di un revenge movie vecchio stile, con il protagonista che ritorna dalla guerra di secessione e trova la propria famiglia sterminata a causa dei deliri del bullo di turno. Aiutato da un bounty killer, il nostro sventerà un rapimento e sterminerà l'intera banda responsabile della strage che lo ha colpito negli affetti più cari. Tutto qua, senza peraltro sequenze meritevoli di particolare nota. Fidani snocciola qualche omaggio a Sergio Leone, in particolare a Per Qualche Dollaro in Più (carillon che viene fatto suonare dal protagonista e che lo lega all'antagonista, ovvero la scelta di lasciare, a fine film, tutte le taglie dei componenti della banda al socio), e dimostra di avere una certa fissa per i primissimi piani e le scene acrobatiche.

La pellicola, poverissima di contenuti, è piena zeppa di sparatorie e movenze acrobatiche, le quali hanno la funzione di sopperire ai limiti dello script. A parte il protagonista Nino Scarciofolo (alias Jeff Cameron), belloccio di turno che non perde mai l'occasione per esibirsi in capriole e tuffi vari, si assiste a una serie di uccisioni dove coloro che vengono attinti dai proiettili compiono le più assurde piroette. La cosa si rivela, alla lunga, assai stucchevole.

Più che sufficienti le interpretazioni. Al fianco di Scarciofolo, in veste di spalla, abbiamo un Gordon Mitchell (baffuto) in uno dei suoi rari ruoli da co-protagonista (anche se ride a squarciagola ogni volta che colpisce un bersaglio). Il ruolo del cattivo di turno spetta al glaciale Klaus Kinski, il quale resta però troppo spesso dietro le quinte (poco sfruttato), lasciando il compito di insidiare il duo Scarciofolo-Mitchell rispettivamente all'ottimo e sottovalutato Hunt Powers (qua baffuto e piuttosto nevrile) e al caratterista Benito Pacifico. Ruolo forzato poi per la figlia di Fidani, Simonetta Vitelli, scritturata senza che ve ne fosse bisogno.

Fotografia di Joe D'Amato senza infamia e senza lode. Bruttina la colonna sonoro di Lallo Gori. Western trascurabile.

 

 

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