Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
Se nel delicato e bellissimo "Restless", Van Sant raccontava il termine di una giovane vita, qui racconta, in un certo modo, la probabile fine del sogno americano ancora fieramente radicato nel cuore dell'America. Immergendo i personaggi nella profonda provincia americana, descritta con maestrìa, lasciando parlare il paesaggio come lui sa fare, li fa muovere con studiata intensità sul bel copione scritto da Damon, ottimo protagonista. Le lunghe leve del capitalismo più bieco e truffaldino, il puzzo dei soldi che tutto pervade, contro i vecchi scarponi e gli antichi fienili di un'America che chissà se esiste ancora. Come Peckinpah cantava la fine del West, così qui, Van Sant, fa un'elegìa, un grido di dolore e di speranza, per un immenso territorio che lentamente rischia di perdere le sue radici più profonde.
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