Regia di Gus Van Sant vedi scheda film
questo è un film pregno del suo interprete e dei suoi sceneggiat(t)ori. matt damon, faccione quadrato(ora un pò arrotondato;-P)e fisico da casalingone soddisfatto, ci mette tutta la sua fama per farsi promotore di un certo cinema civile e di una certa idea di buon liberale che si batte per la propria terra. e con l'aiuto di un gus van sant sempre più bravo quando si mette a servizio di un film mainstream, riesce a costruire un film che tiene incollati fino alla fine, ma non solo per la sotto trama con sorpresa finale, anche per come è riuscito a trasmettere la campagna e le sue comunità con i suoi clichès ad un pubblico smaliziato ma stanco dei filmoni che assomigliano sempre di più alla dramatization di "fatti realmente accaduti" da prime time serale di una qualche ammiraglia nostrana o estera. damon interpreta sapientemente un bravo ragazzo che crede nel suo lavoro e crede nella promozione che sta aspettando, ma votandosi all'azienda sa altrettanto bene che da diavolo travestito, deve fare il buono fino a quando qualcuno non cerca anche minimamente di ostacolare il corso della storia aziendale, che ricordiamolo è da 9 miliardi di dollari l'anno. nessuno si aspetta più da colossi così che siano pecorelle che fanno il bene dei singoli. ma damon pronto probabilmente a tutto, perchè addestrato e instradato a "quel tutto", si renderà conto che "quel tutto" non avrà mai un limite. da ex burino di campagna, scampato a chissà quale disastro di una compagnia simile a quella per cui lavora ora lui, al sicuro in una qualche grande città, damon pare immune agli attacchi dei paesani, ma impreparato alle domande bonarie di un vecchio ricercatore(mirabile interpretazione di hal holbrook con negli occhi la consapevolezza che comunque vada a lui rimarranno pochi anni di vita ancora) che per hobby insegna al liceo locale. via skype in contatto con la casa madre, cercano(lui e la collega sue)la strategia più adatta per sbaragliare la resistenza pacifica e portare a termine il compito che doveva e sembrava essere la solita facile azione mordi e fuggi. per damon esiste solo un fine da raggiungere, quello di portare a termine il compito per non mettere a rischio la fresca promozione. e non ci sarà niente che lo farà desistere dal portare a termine la propria azione se non quella di guardare dritto negli occhi l'azienda per cui lavora. il tris d'attori è spettacolare. frances macdormand finalmente in un ruolo degno di lei al di fuori della famiglia coen. la sua sue è donna gagliarda che però ha dei punti fermi nella vita che si è prefissata e deve raggiungerli, magari suo malgrado. john krasinski dopo il suo, per ora!, ruolo di vita in AMERICAN LIFE brilla più per il ruolo di sceneggiatore che per quello di attore(nonostante il suo sorriso accattivante e bellissimo)ma nasconde più di un asso nella sua manica che aspettano solamente di poter riuscire ad emergere. rosemarie de witt, nonostante una delle voci più detestabili e petulanti che il doppiaggio italiano possa fornire!, mi piace! mi piace per quel bel suo nasone con la gobba e quel sorrisone da insegnante di provincia. una cosa deprecabile è doppiare anche gli attori quando cantano. che brutta cosa.
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