Regia di Freddie Francis vedi scheda film
Passo falso di un regista di classe, che nella fase finale della radiosa carriera firma una regia ad evidente scopo alimentare...
L'antiquario Mottram (Jack Palance) è un fanatico di culti misterici e messe nere e non esita a sacrificare vite umane al totem Chuko, scultura indiana che sembra assecondare i suoi desideri portando denaro e successo ad ogni delitto. Ormai sconvolto, e completamente fuori di testa, Mottram elimina anche la ricca zia creandosi un alibi, ma la polizia si mette sulle sue tracce...
E dire che Freddie Francis ha diretto piccoli gioielli dell'horror inglese (sovente targati Amicus, casa concorrente della più celebre Hammer) pertanto appare quasi impossibile che si sia abbassato a dirigere questo bruttissimo z-movie a realizzazione puramente alimentare. Palance tratteggia in modo grottesco un personaggio insano ed ossessionato dalla magia nera, anche se la sua ridicola interpretazione va giustificata a causa della brutta sceneggiatura, evidentemente scritta per inerzia. Pure la parte tecnica, però, va con il pilota automatico, prova ne sia la scelta di un idolo che evoca, a cominciare dal nome, invece che l'orrore, il sorriso: e dato che in suo onore vengono compiuti sacrifici umani la cosa appare ancora più sgradevole.
Qualche effettaccio (malriuscito) con vistosa tintura rossa non alimenta in positivo un clima ormai saturo di totale menefreghismo, che evidentemente ha regnato incontrastato sul set. Certo, perlomeno qui non si può dire trattarsi di film a tematica teenagers quando, all'opposto, i personaggi coinvolti sono da ricovero geriatrico: basterà ricordare l'anziano avvocato che, mentre da lettura del testamento, rigurgita oralmente emettendo una incredibile (e decisamente inattesa, non trattandosi di pellicola di Mel Brooks) eruttazione...
E che dire dello scherzetto messo in atto dal malvagio Mottram quando, indossando una maschera carnevalesca, spunta da un armadio per terrorizzare a morte la vecchia zia?
Insomma, sin dal principio si ha la sensazione che Francis voglia farsi burla dello spettatore mettendo in scena una storia inconsistente e prendendosi gioco degli attori, della sceneggiatura e, più in genere, della produzione...
Il titolo è disponibile nel catalogo Cult media. Sorvolando sul brutto formato 4:3, perché il master video tutto sommato non è malaccio, aggrava la visione di un film di suo già insostenibile una traccia audio con costante rumore di fondo destinato ad aumentare quando i protagonisti tacciono.... al punto che visionare la versione italiana (pure promossa in 5.1... ma per favore!) è paragonabile ad essere in una cucina da ristorante mentre due o tre cuochi friggono patate in padella...
Curiosità: attorno al minuto 75, mentre la polizia sta pedinando l'antiquario, notiamo l'agente Wilson in azione... ha un volto familiare, perché si tratta del giovane David Warbeck, da lì a sei anni destinato a diventare attore simbolo della filmografia fulciana.
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