Regia di Carlos Reygadas vedi scheda film
PTL è un film letteralmente irriducibile in dialogo con la politica del Messico di ieri-oggi-domani, è un film sulla sperequazione sociale fatta di ellissi, lacerti e frammenti, è un ritratto dell'apparentemente inintelligibile contemporaneità, è un album di famiglia dopo la tempesta, la rivoluzione, la catastrofe a bassa intensità autoprocurata.
"Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito." -- Gabriel García Marquez - "Cent'Anni di Solitudine" - 1967
PTL, ovvero :
il Know-How del Male :
il film-toolbox :
the ''ghost'' in the machine :
il film-panopticon :
il carcere delle immagini, lo sguardo liberamente incasellato, cesellato…
Carlos Reygadas chiama la mischia in area.
Una mischia aperta ma ordinata, chiusa ma caotica.
Come On, Let's Go !
Live : https://www.youtube.com/watch?v=KKYTdhfwrAM
In the morning when I wake up and listen to the sound
Of the birds outside on the roof
I try to ignore what the paper says
And I try not to read all the news
And I hold you if you've had a bad dream
And I hope it never comes true
'Cause you and I been through so many things together
And the sun starts climbin' the roof
Neil Young - It's a Dream - Prairie Wind - 2005
--- 1 ---
Fish-eye parziali, allargati a sfumare sull'1.33:1, cataratte e maculopatie, pan focus a zoomare all'interno della prospettiva del fotogramma, raddoppiamenti e sdoppiamenti liminali e limati -[ letteralmente, manualmente, un andare di mola sulle lenti stesse : almeno quelle utilizzate per gli esterni o sulla soglia, mentre negl'interni l'unico moltiplicarsi della cornice o nell'area del quadro è quello presente nella scena del pianoforte ripresa in parte riflessa allo specchio ( ma è per l'appunto un artificio del set, non della MdP ) : il PdV ''alieno'' vampirescamente non può entrare se non glielo si chiede direttamente, se non lo si convoca : che gli esterni possano essere il PdV del ''male-caprino'' e gl'interni quello dell'autore è una possibilità opzionabile ]- ai bordi, erronee sfocature trovate e scelte perfette : lo spettro nella pellicola [ fotografia di Alexis Zabé ( Luz Silenciosa - Stellet Licht ) ].
L'home movie amatoriale supremo : il PdV infantile.
Ssch-cic, ssch-ciac, nelle pozzanghere raccolte nella radura che un tempo fu un campo da gioco -[ che evidentemente non è lo stesso campo ripreso alla fine della pellicola...così come e tanto quanto un fiume non è più lo stesso fiume dopo che la portata media per un lasso di tempo è transitata : bisogna considerare diversi fattori tra cui : i profili delle montagne e la vicinanza-lontananza di queste dallo spiazzo erboso-fangoso ( ch'è ''falsata'' dal tipo di obbiettivo e dal punto di ripresa ), la tipologia della vegetazione ( latifoglie e conifere ), etc... : l'incertezza è lecita, il senso pure ]- ed ora è pascolo brado per animali vaganti tenuti in branco dall'ultimo ''senso del dovere'' dei cani pastore sulla via per ridiventare lupi, ssch-cic, ssch-ciac, saltella felice perché parte del tutto prima che la notte s'adombri nel pieno della tenebra la bambina che si è persa, che è stata abbandonata, che si aggira negli incubi dell'umanità : è un/in gioco l'oblio.
Luci lontane, di là dagli alberi, testimoniano focolari accesi. Più lontano ancora, a lottare fra terra e cielo, lo scatenarsi dei lampi muti.
It's a dream,
Only a dream.
Intanto, ché il buio fuori sta per invaderle gli occhi, la paura prenderle il ritmo del cuore ed il terrore mangiarle l'anima, la bambina ridà i Nomi alle Cose: le indica, le elenca, le invera, le rinnova, le invoca a sé [sarà la facoltà di dominio, poi, la degenerata enfiteusi planetaria evolutasi dal semplice gioco-esperimento innato (e atto a stabilire le possibilità di esaudire bisogni e necessità), a compromettere, circolarmente, tutto, di nuovo].
--- 2 ---
Il comune infantile trauma del sognare-concretizzare il diavolo ( o chi per esso, a seconda di latitudine-longitudine e tempo storico ), nell'ombra del mattino in dormiveglia, realizzato in rotoscope carminio-amaranto fluoro-fosforescente e messo in scena in una bidimensionalità spinta : l'essere si evince di profilo, ma quando ti dà le spalle ecco che invece ti sta di fronte : si volta e si rigira ma appartiene ad un altro quantuum : non lo puoi inquadrare, capire, riconoscere : si muove in più dimensioni...e paradossalmente in Flatlandia però ci stiamo noi...è lui che, pur dislocandosi circospetto, con tutta la prudenza dell'attenzione e del dovere, arretrando e guardandosi attorno...centrando l'obbiettivo, si trova nel suo ambiente, a proprio completo agio, più che prudente attento : in mano, l'occorrente necessario per assolvere al compito : la cassetta degli attrezzi : il know-how del male : il bagaglio del buon stipendiato al proprio servizio.
Concretizzare l'incubo che ci portiamo dietro da quando abbiamo alzato lo sguardo al cielo stellato levandolo dalle praterie d'erba infinite : corna infilzanti, articolazioni xenomorfe, fauci equine azzannanti, coda serpentina, organi sessuali umanizzanti...
Le cose accadono, sembra dirci, celebrando il nulla.
--- 3 ---
Una famiglia dell'alta borghesia, tra la patria e il mondo, vive il suo tempo circondandosi della natura e della working class ( rubandole lo sguardo : semi-reflex mirror-less bridge cyber-shot compatta da 20 megapixel e colibrì ‘’sfuggenti’’, caccia al volo in barena ), cercando di piegare entrambe, anche se pensa di agire con le migliori intenzioni, senza saper-voler interagire con entrambe, tentando un approccio col piacere al di fuori dei propri confini e dei propri corpi, che sembra funzionare, per il tempo di un orgasmo
-[ passando da Hegel ( la coscienza infelice del puro atto sessuale ) a Duchamp : dall'essere e l'avere all'informale ( calcolato ) e concettuale ( astratto generico ) : non proprio un'evoluzione della specie ( m'incuriosirebbe l'eventuale saletta Kant...), piuttosto una piccola sosta, una piccola morte : " il tuo corpo è fatto per questo ", ed è Vero, tanto quanto è reale il sudore che si raccoglie nella fontanella della gola fremente di una splendida e molto brava Nathalia Acevedo
( una via di mezzo tra Maya Sansa e Valeria Solarino, sangue indio nelle vene, lineamenti indigeni a tracciarne i contorni : e la Storia del Messico, come per esempio in Weerasethakul quella della Thailandia ( Unkle Boonmee, Mekong Hotel, ecc...), è una delle protagoniste sottotraccia evidente dell'opera ), nella sua fossetta tra lo sterno e il giugulo, nella forcella dove proiettano la loro prospettiva le scapole indicando il monte di venere ]-,
tra un'immedesimazione parziale con un gruppo di auto aiuto in cui le differenze si acuiscono e il contro-servilismo la fa da padrone e attimi di pura bellezza imperfetta, pianoforte e Neil Young, da “Prairie Wind”, tra “Greendale” e “Living With War”, ovvero dall'Utopia Melanconica alla Realtà Concreta passando per il pessimismo onirico :
And it's fading now
Fadin' away
It's only a dream
Just a memory
Without anywhere to stay.
--- 4 ---
Stiamo seduti, di-sperando.
Perros, vamonos !
Abbandonare ricchezza e potere, con la bocca che mastica e la pancia piena : far citare a s-proposito Tolstoj ( può essere un film 'alla' Pierre Bezuchov ? Una pellicola che non può far altro che constatare : " E' troppo tardi ormai...ma io l'amo..." [ la Terra ] ? ), mettere in scena una degenerazione di Thoreau, mentre Dostoevskij e Cechov stanno a guardare.
Un frinire continuo : " Non so se si sono estinti oppure ho solo smesso di ascoltarli ".
E sogni Raccontati ( più che le orge ), come solo l’Alice di Schnitzler-Raphael-Kidman-Kubrick in Eyes Wide Shut.
Ci tocca 'solo' esistere.
Magari assistendo ad una delle scene più autenticamente belle, commoventi e sincere del cinema degli ultimi anni : la partita a scacchi.
Cade un albero, lo stesso, nello Zabriskie Point morale del PdV molteplice in cui svetta l'auto scamozzamento estirpante la colpa che - fertile capitozzatura - concimerà dissetando la radura della scacchiera vivente che fu campo da gioco : wilderness umana e civiltà naturale.
L'opera si conclude ( si apre ) con un twist narrativo ricettacolo di se stesso : come in un nastro di Moebius la storia deve percorrere per due volte ''lo stesso'' tracciato ( si fa per dire, è una questione di bordi, confini e cerniere ) per riuscire a tornare al punto di partenza.
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Su Carlos Reygadas :
--- Batalla en el Cielo (2005)
--- Stellet Licht / Luz Silenciosa (2007)
Sulla Storio(Geo)Grafia di "Post Tenebras Lux" (elementi riconoscibili di paesaggio) :
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1. Alla fine ci sono riuscito, ho trascinato il mio amico Pizza a vedere, con uno stratagemma extra sofisticated, "Post Tenebras Lux" ( già ci avevo provato con "Gatto Nero, Gatto Bianco" e con "il Sole", ma era riuscito a divincolarsi disimpegnandosi all'ultimo salvando la pellaccia ). Beh, non poi così tanto sofisticato, in fondo. Perché Pizza ci sta, alla fine, Pizza si mette in gioco, Pizza ci casca, Pizza è Pizza. Insomma, poco prima di varcare la soglia del cinema ( che da fuori, se non fosse per la scritta "MultiSala Centrale" ( che ha sostituito la ben più evocativa : "Cinema d'Essai" ), non lo diresti mai che sia un cinema, chiuso com'è in una meraviglia nascosta di calle milanese tra una scalinata esterna Viscontiana-Ophulsiana ed una pizzeria alla My BlueBerry Night, un cortiletto interno tra una chiesa ed il rombo dei jumbo tram, tra il Duomo che nelle albe estive riesce a scalfire con l'ombra delle punte delle sue più alte guglie il selciato d'ingresso ( no, adesso sto esagerando...) e la Basilica di San Lorenzo Maggiore ), lui ancora credeva di stare per assistere ad un d.j. set con buffet incluso, annesso, contiguo e, cosa più importante, contemporaneo, alla prestazione-performance degli One Direction. Risultato : ho perso un grande amico. Mi son detto : intanto era interista ( e chi l'avrebbe mai detto che essere fan degli One Direction a 30 anni potesse non essere tirate le somme la cosa peggiore ? Certo, poteva essere juventino...). In realtà, ovviamente, l'intento di Pizza era quello di puntare alle mamme delle fan degli One Direction. Ecco perché posso capire la sua incazzatura. Niente giovani mamme, in sala.
2. Questa è la 2a volta che scrivo un qualcosa relativo ad un film appena visto - una volta sola : sono rimasto in sala, seduto dove cazzo volevo, con altri zero spettatori, a rivedermi l'inizio, ho preso qualche appunto ( sia su carta che su tablet ), ma insomma l'ho visto un'unica singola volta - in sala ( anche se in Realtà - telo bianco, tubo catodico-cristalli liquidi-plasma, 4.5 pollici - ogni film è nella nostra testa...), doppiato o, come in questo caso, in lingua originale con sottotitoli : su 101 opinioni ( come la di-s-carica diarroica dei 101 franchitalioti tiratori del PD che han bruciato in un solo colpo Prodi e Rodotà per il Quirinale ) caricate finora in quasi 2 anni, devo dire che una media di un niente inferiore al 2% ci può anche stare, nel senso che, spiego, considero [ nessun riferimento ad alcun critico od appassionato scrivente su quotidiani o riviste di carta od on-line, blog e siti ecc... Parlo di una tendenza che non è altro che normalissima prassi : la critica del giorno dopo sui quotidiani, una cosa oserei dire necessaria... Ma che non sento mia, come lettore e spettatore ] troppo ''facile'', se non addirittura inutile, fuorviante-mistificatorio ( lo so, estremizzo all'ennesima potenza ) o ''ricattatorio'' e financo presuntuoso buttare giù 1500/2000 battute subito dopo aver assistito all'opera di cui s'è inteso parlare, siano esse, le parole e le frasi formate da queste battute, ''poetiche'' e/o descrittive, inflazionando termini ( che messi lì manco fossero prezzemolo stanno bene su tutto ) come : ultimo/essenziale, magnifico/totale, definitivo/meraviglioso, primevo/fantasmatico, irripetibile/indicibile, primordiale/apocalittico, amore/morte e via topoizzando e sinonimizzando, oppure mettendosi a raccontare, semplicemente, la trama ( che il 99% delle volte è la cosa più importante del Film, ma quasi mai della ''recensione'' ). O, ancora, partendo per la tangente, così come sto facendo adesso. In questo caso però la cosa ''fondamentale'' è che ne ho voluto parlare avendolo visto una volta sola, sottotitolato in lingua originale, e praticamente subito dopo avervi assistito, in quanto il film, questo film, a prescindere dal suo Valore s-Oggettivo, che si potrà stabilire, misurare e stimare solo fra 15 o 25 anni, è Importante. Importante Oggi. Fosse anche solo ( come non è : basta sfogliare l'elenco sopra riportato di utenti di filmtv.it molto attenti al cinema di Reygadas ) per me.
il Cinema Centrale di via Torino 30/32 in Milano, due sale da 80 posti l'una, attivo dal 1907, si trova vicino, le è praticamente appoggiato, alla Chiesa ( Tempio Civico ) di San Sebastiano ( Manierismo, 1616. Commissionato dall'arcivescovo Carlo Borromeo al suo architetto Pellegrino Tibaldi : un piccolo Pantheon...), a due passi dal Duomo. E il fatto, quotidiano, ma particolarmente ''significativo'' in questo caso, che contemporaneamente alla proiezione venisse celebrata la messa, è stato un piccolo piacere personale. Vale la visita solo per l'architettura in sé e per i dintorni contigui, prospicenti, attaccati : sto parlando di metriquadri attorno all'edificio ( cortili nascosti, angoli rientranti, portoni socchiusi...). La trasferta dallo sprofondo della provincia o addirittura da fuori regione, "solo" per vedersi un film invisibile in sala, in Italia, tranne che a Milano, Torino, Roma e poco altro ( 4/5 sale in tutto e per sempre ), insomma, a somme tirate e fatte, vale lo sforzo. Ora, attenzione, però : se nella sala 2 danno "Post Tenebras Lux", nella 1 proiettano "Treno di Notte per Lisbona" ( e quando c'ero io continuava ad affluire gente - un afflusso che definisco tale in rapporto al mio gaudente quasi solitario principio y final - diretta in Portogallo : che se ne andassero a Kiev col TAV in compagnia delle arance veloci come neutrini ) : ora, non dico che il supplizio di godersi anche solo per sbaglio il film di Bille August ( giri a destra invece che a sinistra, è un attimo ) valga lo sforzo di venire a Milano da, chessò, Mortara, Magenta o Morazzone, questo mai. Però forse si.
http://www.multisalacentrale.it/
Post Tenebras Lux vi sarà proiettato oggi, mercoledì 22 maggio 2013, per l'ultima volta.
Ore 15:00, 17:30, 20:00 e 22:30 = venite a Milano !
Su Milano :
Molotov in Via della Spiga : me le ero immaginate in un contesto diverso...
Twit, dopo l'incontro (Post)Alfano-Maroni(Tenebras)-Pisapia(Lux), di Angelino Alfano @angealfa :
"La nostra idea é che se non si é liberi dalla paura, non si é liberi cittadini" #sicurezza #milano
Per gli accenti sbagliati rompete il cazzo a lui.
Invece, per fortuna che c'è Ciwati. Siam proprio fortunati. In confronto, lui si che se ne intende.
La cosa divertente è che la caprina ombra infernale all'inizio di questa storia non ebbe alcun impedimento nell'accedere all'abitazione, vi s'introdusse senza dover scassinare alcunché : la porta non era sbarrata, o in alternativa le chiavi sapeva bene dove trovarle, sotto allo zerbino d'ingresso ( come dice il protagonista di Stellet Licht / Luz Silenciosa - il film di Reygadas precedente a questo - : "il nemico è implacabile : non è stato né il diavolo né nessun altro, ma è colpa mia" ) :
Terminiamo dall'inizio, quindi. Evochiamo parole (e il loro conforto) e compiamo azioni migliori:
Mitopoiesi: per fare del Caos un Cosmo.
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