Regia di Gonzalo Tobal vedi scheda film
Quasi un road-movie familiare in terra argentina questo Villegas: Esteban e Pipa, cugini trentenni somiglianti fisicamente, ma molto diversi caratterialmente, intraprendono un viaggio in macchina per raggiungere dalla città (Buenos Aires) il paesino d’origine che dà titolo alla pellicola, per celebrare le esequie del nonno venuto a mancare.
L’occasione favorisce il ricordo dei bei tempi d’infanzia, che prende forma nitido già dopo i primi chilometri con una sosta strategica e fuori programma al ristorante frequentato da bambini, durante lo stesso viaggio per il paesello intrapreso con la famiglia: la memoria dei piatti mangiati in gioventù, il sapore dei ravioli caserecci fatti come vent’anni prima, i ricordi di un’infanzia serena sono solo in parte scalfiti dalle incomprensioni tra i due giovani, così diversi caratterialmente, ma in fondo così uniti e complici nonostante le variabili comportamentali.
Ed è bello ed interessante proprio il confronto tra queste due personalità così opposte: Esteban più posato e serio, che cerca di uniformarsi alle tappe richieste da una vita che procede nell’ordinaria soddisfazione quotidiana; Pipa al contrario più eccentrico e ribelle, alternativo e poco propenso ad accettare le responsabilità richieste ed apprezzate dalla sua famiglia. Da questo curioso confronto con i vari altri membri della famiglia e con i luoghi della memoria e di una infanzia serena, emerge in entrambi gli uomini una sensazione più chiara e matura del tempo che scorre e del valore rassicurante dei ricordi e degli affetti sinceri. Un film piccolo ma curioso, a volte toccante, immerso tra i vasti orizzonti agresti e agricoli di un Pampa argentina non molto frequentata dalle cineprese e per questo fonte di curiosità ed interesse da parte di un occhio così lontano da questo territorio remoto e spesso seducente.
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