Regia di Sergio Leone vedi scheda film
Dopo la vera e propria deflagrazione di “Per un pugno di dollari” nel genere western, le forti aspettative nei confronti del successivo “Per qualche dollaro in più” erano ovviamente proporzionali al timore che la magia non si ripetesse. Sergio Leone procede con indubbia intelligenza: qualche solida conferma e qualche novità anticipatrice di quel che avverà dopo. Le conferme riguardano la scelta dei due attori che avevano funzionato magnificamente nel primo film (Eastwood e Volonté), la colonna sonora nuovamente affidata a Ennio Morricone, i dialoghi stringati e lapidari, l’alto tasso di violenza di alcune scene, il gioco delle locations europee che sembrano americane. Le innovazioni che saltarono immediatamente agli occhi consistevano in primo luogo nell’aggiunta di un terzo personaggio da affiancare ai due succitati protagonisti, un Lee Van Cleef di straordinaria bravura, alleato di Clint Eastwood nella lotta contro il cattivo e psicopatico Gran Maria Volonté; la sceneggiatura si fa più articolata e variegata, appaiono le prime situazioni al limite del grottesco (il cappello da cowboy tenuto in aria a colpi di pistola per un lasso di tempo interminabile; il fiammifero acceso da Lee Van Cleef sulla gobba di un irresistibile e iper-nevrotico Klaus Kinski; il tenutario della locanda, ominicchio codardo con moglie a dir poco puttanona). Probabilmente senza saperlo, Leone anticipa fin d’ora l’atmosfera di “Il mio nome è Nessuno” e della lunga serie di western comici inaugurata dal celeberrimo “Trinità”. Una evoluzione del regista è quindi percepibile, ma il bello deve ancora arrivare...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta