Espandi menu
cerca
Per qualche dollaro in più

Regia di Sergio Leone vedi scheda film

Recensioni

L'autore

axe

axe

Iscritto dal 23 marzo 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 27
  • Post -
  • Recensioni 1472
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Per qualche dollaro in più

di axe
9 stelle

Il "Monco" e l'ex-colonnello sudista Douglas Mortimer si guadagnano da vivere come bounty-killers. Girano nelle aride terre del West dando la caccia a criminali e ricercati vari, acciuffandoli vivi o morti. Le loro strade s'incrociano nel momento in cui s'interessano al sanguinario e folle bandito "Indio", da poco evaso ed intenzionato a compiere una fruttuosa rapina. Il "Monco" sembra farne esclusivamente una questione di soldi; Douglas Mortimer ha anche un altro motivo per mettersi sulle tracce del brigante. Secondo episodio della "Trilogia Del Dollaro", "Per Qualche Dollaro In Più", fu diretto da Sergio Leone a distanza di circa un anno dal prequel, opera dalla realizzazione travagliata ma di grande ed insperato successo. Grandi erano le aspettative per la successiva opera del regista romano, il quale non deluse gli spettatori. Quanto di positivamente innovativo vi era nel primo film dedicato all'"Uomo Senza Nome" fu recepito per la realizzazione di un film, seppur più di maniera, ottimo sotto ogni aspetto. L'ambientazione è di nuovo un West senza regole ne' diritto, ove il più forte (o, meglio, abile con la pistola) ha la massima libertà di azione, limitata solo dai suoi pari. Quale uso fare di queste capacità, è una scelta che rimane in capo al singolo. Nessuno, tra i personaggi principali, è un individuo integerrimo. I "buoni" del racconto sono cacciatori di taglie; uccidono senza interrogarsi sul perchè le loro vittime siano state dei ricercati. Sono corretti nei rapporti tra loro ed agiscono in affinità alla morale comune; in ogni caso, sono persone molto migliori di "Indio", villain a tutto tondo. Avido, infido, violento; uccide non solo per convenienza ma anche per puro gusto di farlo. Pur essendo dotato di carisma ed intelligenza non comune - indispensabili, per poter guidare con fermezza il folto gruppo di ladroni assassini che compone la sua banda - lo spirito è corrotto dall'uso di droga, che assume fumando. Quel poco di positivo che vi era in lui è morto nel momento in cui scelse di violentare una ragazza, dopo averne ucciso il marito, della quale era innamorato. Di lì a poco, è spirata, suicida, anche la donna. Questo fatto di sangue è alla base dell'azione di Douglas Mortimer, fratello della vittima in cerca di vendetta. In ciò trova fondamento la determinazione dell'attempato ex-colonnello; il compagno/rivale "Monco" agisce per soldi, ma anche, e soprattutto, perchè comprende che ... è giusto così. I due protagonisti costituiscono, nonostante alcuni piccoli screzi, una squadra affiatata. Dopo un confronto avente come scopo quello di prendersi le misure a vicenda, i due uomini, l'uno anziano e riflessivo, l'altro giovane, ma solo apparentemente più impulsivo, mettono insieme le forze al fine di avvicinarsi il più possibile alla loro preda, per poi, in qualche modo, soprenderla. Ma "Indio" è furbo; dopo essere evaso da un carcere messicano ed  essersi vendicato ferocemente contro chi l'aveva fatto catturare, organizza e porta a termine una rapina alla banca della cittadina di El Paso. Contestualmente, il "Monco" s'infiltra nella sua banda ed inizia un pericoloso doppio gioco, con la collaborazione di Douglas. Tutti i personaggi s'incontrano nello scalcinato villaggio di Agua Caliente, dove la violenza è di casa. Qui l'"Indio" rivela di aver sempre saputo della "professione" dei due cacciatori di taglie. La sua mente malvagia concepisce un piano che gli consentirebbe di tenere per sè l'intero bottino; ma egli non ha fatto i conti con l'abilità dei due, e, soprattutto, della volontà di Douglas. I due si affrontano ai margini del villaggio, all'interno di un simbolico cerchio di pietre nel quale è altresì presente il "Monco", nel ruolo di arbitro imparziale - e, pertanto, pronto ad impedire eventuali scorrettezze di "Indio", certo della vittoria di Douglas. Eccezionali le prestazioni degli interpreti. Clint Eastwood è il "Monco", uomo del quale s'ignorano storia e motivazione, apparentemente senza prospettive; Lee Van Cleef è Douglas Mortimer, colonnello di un esercito che non esiste più, spinto, nel suo agire, dal desiderio di vendetta. I due personaggi, benchè positivi, sono privi di quella visione che anima gli "eroi della Frontiera" tratteggiati nel genere western classico statunitense. Il loro operato può essere considerato in linea con il comune senso di giustizia, ma non ha alcun legame con il contingente benessere collettivo. Il progresso è anzi descritto come un male; il nuovo (rappresentato, in un dialogo con un anziano, dal "treno") avanza, insensibile al passato ed a chi si ostina a rimanergli legato. "Indio" è interpretato da Gian Maria Volontè; il suo personaggio ha un'indole incostante ed imprevedibile. In alcuni momenti, è riflessivo e volitivo; in altri lo vediamo agire con violenza e crudeltà, per poi abbandonarsi ad una forte emotività; in altri ancora, mostra tristezza. Gli torna in mente la morte della donna amata, presa con la forza ed inaspettatamente persa. Prova ripianto, forse ammirazione, sicuramente rabbia nel ricordare quell'evento; la ragazza ha avuto il coraggio di ribellarsi alla sua brama di dominio, sottraendosi a lui senza che egli potesse in alcun modo opporsi. Strumento di memoria è un carillon, sottratto ai coniugi nel corso del terribile crimine; un altro esemplare dell'oggetto è posseduto da Douglas. I due carillon, con la loro inquietante sonorità, dettano i tempi durante la sequenza del duello finale, di eccezionale intensità e drammaticità. Gli sguardi dei contedenti esprimono le loro emozioni. La determinazione, la speranza, la positività negli occhi dell'uomo alla ricerca di una giusta vendetta; sfida, astio, inaspettatamente rimpianto nel volto del sanguinario bandito. Il pathos della sequenza è esaltato dalle note di Ennio Morricone, autore di una colonna sonora memorabile, ulteriore elemento positivo dell'opera. Lo stile è decisamente "barocco"; la regìa indugia su dettagli, particolari, elementi secondari, anche con brevi "flash" e scegliendo un montaggio a volte frenetico. Il regista alterna alle sequenze d'azione momenti di tranquillità volti a descrivere i personaggi, i rapporti tra essi, ed il contesto del loro agire. Ancora una volta le istituzioni sembrano praticamente assenti; il loro ruolo, nel racconto, è solo quello di fissare l'entità delle taglie e pagarle previa consegna dei cadaveri dei ricercati. Nei villaggi polverosi si vive alla giornata e si ha sfiducia nel futuro. I toni sono per lo più leggeri; il rapporto tra i due protagonisti sembra sempre incerto, e sul punto di incrinarsi. Non mancano sequenze drammatiche, legate alla violente azioni di "Indio". "Per Qualche Dollaro In Più" può essere considerata un'altra pietra miliare non solo tra gli spaghetti-western, ma dell'intero genere; la sequenza d'epilogo è forse tra le più intense che abbia mai visto. Il cast è notevole (oltre ai già citati interpreti, partecipano in ruoli secondari Mario Brega e Klaus Kinski). La celeberrima colonna sonora vale da sola la visione. Si ride, si piange, ci si emoziona; impossibile, dunque, non consigliare la visione a tutti, anche ai non amanti del genere.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati