Regia di Giuseppe Petitto vedi scheda film
Breve e sobrio documentario di taglio televisivo incentrato su Leopoldo Trieste, attore cinematografico - ma anche regista e drammaturgo - dagli inconfondibili tratti somatici e, di riflesso, su Federico Fellini, colui che scoprì il suo singolare talento interpretativo. Gli interventi di giornalisti, registi, sceneggiatori e amici di Leopoldo - il cui vero nome era Libero - evidenziano alcuni aspetti della sua vita e del suo lavoro a scapito di altri. Viene inizialmente sviscerata con particolare attenzione l'amicizia che lo legava a Fellini attraverso la rievocazione di sapidi aneddoti in cui emergono, ancora una volta, tutte le fantasticherie e le stravaganze comportamentali del regista riminese. Ci si sofferma, in seguito, sui film più importanti della carriera di Trieste, nei quali l'attore di origine calabrese interpreta sempre ruoli di secondo piano ma non per questo meno significativi e degni di essere analizzati: i due film diretti da Fellini ("Lo sceicco bianco" e "I vitelloni"), i due diretti da Germi ("Divorzio all'italiana" e "Sedotta e abbandonata") e i due di Tornatore ("Nuovo Cinema Paradiso" e "L'uomo delle stelle"). Viene mostrata e commentata anche la scena de "Il padrino - parte II" nella quale Leopoldo Trieste dimostra di saper tenere testa addirittura a Robert De Niro, impegnato in una delle sue interpretazioni più apprezzate e premiate di sempre. Su tutte le altre pellicole - e sono tantissime: da "Un giorno da leoni" a "Il nome della rosa" - si è preferito il silenzio. Purtroppo.
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