Regia di Joseph Kuo vedi scheda film
Terzo e ultimo capitolo della triologia iniziata lo stesso anno con THE 18 BRONZEMEN e proseguita con RETURN OF THE 18 BRONZEMEN. Rimangono il regista Joseph Kuo e il protagnoista Carter Wong mentre spariscono Tian Peng e Polly Kuan, qui sostituita da Chia Ling altra attirce all' epoca molto presente nel genere. Lo svolgimento del film è però nettamente diverso rispetto ai due precedenti: qui infatti la prova dei 18 bronzi, punto centrale della saga, quasi non si vede e la storia si svolge solo inizialmente nel tempio Shaolin. La trama vede il tempio dei due film precedenti, venire distrutto e dato alle fiamme per ordine dell'imperatore Zheng Yong, venuto a conoscenza delle relazioni tra i monaci e i ribelli al suo potere. I monaci sono così costretti a fuggire, ma l' abate del tempio decide che per farlo debbano superare la prova dei 18 bronzi come nella tradizione; quando però vede il massacro che sta avvenendo, permette ai monaci di usufruire di un tunnel segreto sacrificando la propria vita per consentire loro di fuggire. Braccati dalle truppre imperiali, i monaci meditano la loro vendetta contro l' imperatore, ma devono fare i conti con un traditore che si nasconde tra di loro... Il contesto storico e politico assume uno spessore maggiore, però il risultato è decisamente inferore e questo diventa sicuramente il film peggiore della triologia. La prima parte si mostra veramente debole, non indovinata inoltre l' idea di inserire colpi di cannoni in un film di arti marziali. Successivamente il ritmo si riprende ma le sequenze d' azione e i combattiemnti non riescono mai ad essere veramente interessanti. La trama presenta anche inutili complicazioni che non si intersecano nel dovuto modo risultando così un po' intricata e confusa. Non inguardabile ma la saga poteva terminare col secondo film
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