Regia di Giorgio Ferroni vedi scheda film
Alla fine della guerra di secessione, i sudisti tentano l'assalto di Fort Yuma. Un tenente sudista, prigioniero dei nordisti, rivela il piano ai nemici e viene incaricato di convincere gli ex commilitoni a desistere dall'attacco, per evitare uno sfacelo.
Nel corso della sua lunga carriera, Giorgio Ferroni si adattò a girare un po' di tutto: inevitabilmente alla metà degli anni Sessanta si ritrovò a mettere in scena anche una manciata di spaghetti western, dei quali questo Per pochi dollari ancora è il secondo in ordine cronologico. Il rimando ai successi di Sergio Leone nel titolo è evidente quanto banale, ma anche superfluo se si va a guardare la trama e le sue implicazioni, qui realmente superficiali se non addirittura inesistenti: siamo lontani insomma anni luce da Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più; del resto il Morandini insegna che in quel 1966 uscirono ben 9 titoli del filone con la parola 'dollaro' o 'dollari' al loro interno. Nonostante la pochezza dell'opera, un'orda di firme contraddistingue la sceneggiatura: sono quelle Augusto Finocchi, Remigio Del Grosso, Sandro Continenza, Massimiliamo Capriccioli, Ettore Giannini, Leonardo Martin e Guilles Morris Dumoulin (e dagli ultimi due nomi si intuisce perfettamente la triplice nazionalità della pellicola: italo-franco-iberica). Il protagonista è Giuliano Gemma, ben noto volto del genere e sempre dotato in questa tipologia di personaggi carichi di energia e di simpatia; al suo fianco troviamo fra gli altri Jacques Sernas, Dan Vadis, Nello Pazzafini, Sophie Daumier ed Ettore Manni. Per quanto si sia visto di peggio (e parecchio) in quel periodo con medesime tematiche e identici modesti mezzi, Per pochi dollari ancora rimane un prodottino di ben poca consistenza e fattura parimenti approssimativa. 2,5/10.
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