Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Amore e verità, Ai e Makoto sono due caratteri profondamente diversi, uno molto povero e ribelle mentre l’altra borghese e ben educata, ma al contempo uniti da un passato dimenticato quanto misterioso. E con questo finiscono le smancerie. Takashi Miike, regista sia di film per adulti (Imprint, I 13 assassini, Hara-kiri) che per bambini (Yattaman), realizza un’opera che si pone a metà tra le due categorie, nel bene e nel male. Mentre la sceneggiatura (tratta da un manga molto noto e apprezzato degli anni ’70) si sviluppa in maniera delicata e divertente delineando dei personaggi gioiosi e infantili, la messa in scena risulta aggressiva ed esagerata, quando non dichiaratamente violenta. Quindi si passa da momenti (molti) di puro musical ad altri di lotta urbana tra bande rivali, da dichiarazioni d’amore a calci in faccia (donne comprese), da epifanie che cambiano in maniera molto commovente gli atteggiamenti dei personaggi a scene di pura e spietata violenza.
Nonostante un inizio particolarmente coinvolgente ed “esaltante”, il film lentamente si acquieta e si standardizza (a se stesso) e non regala ulteriore rinnovamenti, per poi risollevarsi nel finale. Con una regia e un montaggio conforme all’opera originaria, la pellicole diverte non poco grazie al caratteristico humor da fumetto giapponese, che tuttavia prevede (ed è questo che non fa superare le tre stelline) la presa in giro di tutti i personaggi, ed è un’operazione che a mio parere uno sceneggiatore non dovrebbe mai fare.
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