Regia di Brandon Cronenberg vedi scheda film
Ottimo esordio alla regia di Brandon Cronenberg (ebbene si, figlio dell'immenso David) che con Antiviral firma il suo primo trattato filosofico/carnale.
Una pellicola in cui si riflettono le tematiche, le inquietudini e le ossessioni del padre, ma in maniera del tutto personale ; le revisiona, le modella e le rende giovani e moderne, al passo coi tempi.
Un'odissea deformante del fisico e della mente, un'opera fredda e incisiva che turba la psiche dello spettatore, soprattutto di quello più "preparato" al cinema cronenberghiano.
Mi verrebbe da dire che la carne filmica è la stessa trattata da David, ma Brandon la sforma in maniera differente, in un modo lindamente più implosivo. Il colore bianco, presente in tutto la pellicola, quasi a voler evidenziare un mondo freddo, ingenuo e distaccato, crea un contrasto perfetto con il risultato drammatco che porta il virus di cui si fa (ab)uso nel film.
Buon sangue (infetto) non mente.
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