Regia di Ashim Ahluwalia vedi scheda film
Decisamente il peggior titolo di tutta la manifestazione, Miss Lovely è un’opera tra le più spiacevoli che si possano vedere in una sala cinematografica. Aggiudicandosi come unica esclusività (ma non necessariamente un pregio) quella di stroncare tutti (tutti!) i luoghi comuni del cinema bolliwoodiano e regalando giusto un paio di inquadrature decenti (e fluide) nel finale, il film si colloca in quella categoria squallor da cui i cineasti protagonisti della storia tentano di allontanarsi per assurgere alla serie A. Caratterizzato invece da una qualità da serie Z, da una grana talmente sporca e rovinata da sembrare un fritto misto e da una fotografia così satura da fare invidia a certi sperimentatori videoartistici, sfido chiunque ad azzardare l’ipotesi di una ragionata scelta registica. Perché le immagini di Miss Lovely sono come una tempesta di pugni mortali di Ken Shiro per gli occhi dello spettatore (presumibilmente umano) e di ragionevole hanno molto poco.
Inutile poi parlare dell’intricatissima sceneggiatura bucherellata peggio di una fetta di emmenthal che si perde nella melma di celluloide sprecata per la realizzazione di questo film (127 minuti netti!).
Sarò stato forse troppo cattivo, ma non più buoni sono stati i selezionatori della sezione Un certain renard che per fare un po’ di elemosina (se no non si spiega) al cinema Bolliwoodiano ci hanno fatto scontare un prezzo troppo alto per fargliela passare liscia.
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