Regia di Thomas Vinterberg vedi scheda film
'Jagten' (letteralmente La caccia) è ambientato in un paesino danese, in cui il protagonista, Lucas (Mads Mikkelsen) è un quarantenne separato che lavora in un asilo che, a seguito di una falsa ed infamante accusa di pedofilia causata dalle frasi equivoche di una bambina, Klara (la 'terribile' Annika Wedderkopf), figlia del suo miglior amico, vede la sua esistenza letteralmente sconvolta: additato come un mostro, perde la fiducia di tutta la comunità - amici e compagna compresa - e si trova a combattere una battaglia con al suo fianco soltanto il figlio, disposto a credere nella sua innocenza, ed il fedele cane Fanny.
Con 'Il sospetto' Thomas Vinterberg prende definitivamente le distanze dagli stilemi del Dogma '95, girando un rigoroso dramma dai contorni tragici in cui si assiste ad una vera e propria caccia alle streghe di dreyeriana memoria dove un innocente è accusato del contrario sulla base di dichiarazioni, inventate di sana pianta da una minore (il cui ritratto di bambina che tesse una trama al limite del diabolico è lontano anni luce dagli stereotipi tipici dei tanti bambini apparsi sullo schermo), prese immediatamente per oro colato, basate più che altro su supposizioni, che danno il via a un meccanismo inarrestabile tra cacciatori e preda.
Mads Mikkelsen offre una prova memorabile (premiata a Cannes nel 2012) nel tratteggiare un individuo tranquillo e buono che si trova in una situazione per lui impensabile, in cui, dalla sera alla mattina, il mondo sembra crollargli addosso con un'accusa pendente sulla sua testa pesante come un macigno ma dalla quale pare impossibile districarsi: la sua angoscia è anche quella dello spettatore, poiché l'autore ha mostrato nelle sequenze iniziali come sono andate le cose in realtà e non si può far altro che empatizzare per lui che, in un primo tempo si trova più indifeso e spaesato che mai, insultato da tutti e picchiato, ma grazie al sostegno del figlio e di pochi e veri amici, passa al contrattacco, recandosi in chiesa la notte di Natale - nella scena più toccante del film - a partire dalla quale tutti i nodi verranno al pettine.
Ma, come dimostra l'ultima (splendida) sequenza, i fantasmi del passato ritornano e sono duri da combattere e sconfiggere.
Notevole anche l'analisi del microcosmo locale, in apparenza fatto di gente per bene e mite ma, al contrario, covo di rancori e rabbia repressa, capace dei gesti più violenti e vigliacchi (l'uccisione del cane di Lucas), spinto dai più bassi istinti (dis)umani ed incapace di un ragionamento razionale.
Voto: 8.
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