Trama
Dopo un difficile divorzio, il quarantenne Lucas ha una nuova fidanzata, un nuovo lavoro e sta rimettendo in sesto il complicato rapporto con il figlio adolescente Marcus. All'improvviso però le cose volgono al peggio. Una bugia comincia a diffondersi come un virus invisibile nella comunità in cui vive. Sotto shock, Lucas si ritrova accusato di pedofilia, un crimine che non ha commesso, e, travolto da una sorta di isteria collettiva, deve combattere un'aspra battaglia per riappropriarsi della propria vita e della propria dignità.
Approfondimento
IL SOSPETTO: L'ALTRA FACCIA DI FESTEN
Dopo il successo internazionale riscontrato con Festen, il regista Thomas Vinterberg ha ricevuto numerose sollecitazioni per approfondire il tema degli abusi da un variegato numero di persone. Tra queste, vi era anche uno psichiatra danese che gli ha consegnato tutta la documentazione di alcuni casi da lui seguiti e lo ha invitato ad esplorare anche l'universo degli abusatori. Sopraffatto da altri impegni, Vinterberg si ritrova casualmente quel materiale tra le mani otto anni dopo e, stordito dal contenuto, decide di realizzarne un film, destinato a suscitare ancora una volta polemiche. Il soggetto questa volta riguarda una falsa accusa mossa contro un tranquillo padre di famiglia e insegnante di scuola materna, che si vede travolto da una sorta di follia collettiva e caccia all'untore. A differenza di Festen, in Il sospetto però non c'è alcun abuso: Lucas, diventato improvvisamente il bersaglio dell'odio di tutta la piccola cittadina rurale in cui vive, è in realtà un uomo innocente e ingiustamente accusato. Inizialmente amato da chiunque, lentamente viene abbandonato dagli amici e costretto a confrontarsi con una furia crescente e immotivata di atti di violenza psicologica.
Stilisticamente per Vinterberg Il sospetto rappresenta un ritorno alle sue origini da regista, alla purezza di visione che aveva caratterizzato i suoi primi lavori. Il successo di Festen infatti aveva talmente confuso il regista al punto di allontanarlo dal proprio universo di attenzione, fatto di storie comuni e senza speculazioni sul riscontro commerciale.
LA DIGNITÀ DI UN UOMO
Più che sul tema degli abusi, Il sospetto si concentra sulla natura virale del pensiero collettivo e sulle conseguenze che apporta nell'identità di un uomo. In un'epoca in cui la comunicazione viaggia alla velocità della luce e i giudizi morali imperano su tutti i media, il concetto di "profezia che si autoadempie" diventa quasi reale: se qualcosa viene ritenuta vera, vere diventeranno le sue conseguenze. I concittadini affibbiano un'etichetta a Lucas e gli cuciono addosso un'identità dalle cui conseguenze - interessanti per le dinamiche ma spaventose per gli effetti - Lucas non potrà mai fuggire. Per la riuscita del film centrale è la prestazione di Mads Mikkelsen, uno dei più celebri attori danesi, che sovverte la sua immagine iper vigorosa per dare vita allo sventurato maestro Lucas. Il suo personaggio è in qualche modo il ritratto di un moderno uomo scandinavo. Caldo, accogliente, gentile e umile, si prodiga per essere utile agli altri anche quando, dopo il divorzio dalla moglie, dovrebbe dedicarsi un po' più a se stesso. A Mikkelsen, Thomas Vinterberg ha chiesto di far mantenere al personaggio la propria dignità di uomo, senza mai essere tentato da eccessi di esplosione quando la realtà circostante diventa fredda e brutale. Uno dei momenti cruciali del film è quando la vigilia di Natale Lucas si reca in chiesa per la messa e si ritrova ad affrontare un gruppo di persone che lo odiano. Per girare la sequenza sono servite otto ore di riprese nelle quali il personaggio di Lucas passa attraverso vari stadi psicologici - determinazione, collasso, rabbia e sollievo. Mads Mikkelsen ha pianto per tutto il tempo, conferendo anche in questa difficile circostanza fierezza al personaggio e dando al regista la possibilità di riprendere da diverse angolazioni quanto stava accadendo e tracciare la scena con estrema precisione.
VITTIME E CARNEFICI
La sceneggiatura di Il sospetto, scritta a quattro mani dal regista con lo scrittore danese Tobias Lindholm, si avvicina alla storia con un punto di vista inusuale per un film sulla "caccia alle streghe". Non ci sono scene in cui i cittadini si riuniscono per condividere e alimentare la loro rabbia né tanto meno interrogatori di polizia. La vicenda è sempre seguita con il punto di vista del personaggio di Lucas, di cui si colgono tutti gli sviluppi emozionali e pensieri che affollano la sua mente. La storia, poi, è particolarmente insolita: tutti sono degli innocenti e pensano di fare la cosa giusta. Le paure dei genitori sono comprensibili, così come lo è, al primo sentore di pericolo, il loro atteggiamento aggressivamente protettivo nei confronti dei loro figli. In Il sospetto non c'è nessuna condanna per il padre della bambina che scatena l'accusa: come tutti i genitori, è portato a credere in quanto la figlia gli racconta e non ha ragione di pensare a una menzogna. Dimentica, però, che spesso i bambini non distinguono tra realtà e finzione e inventano storie solo per accontentare i grandi e esaudire le loro domande, rispondendo con ciò che questi si aspettano di sentire. In una certa misura e con le dovute cautele del caso, i demoni di Il sospetto sono proprio i bambini, che da presunte vittime si trasformano in carnefici distruggendo la vita di un uomo.
Note
La forza del film, ciò che afferra lo spettatore per il bavero, è proprio la vita di quel personaggio che, in un film per niente consolatorio, dove in ogni scena c’è una sfumatura capace di dimostrare la malevola ambivalenza dell’apparenza di qualsiasi cosa, continua a tener fermo una sorta di eroismo umanista per il quale nessuna reazione violenta può essere una soluzione a nulla. C’è qualcosa di altrettanto inquietante nella pietà di cui dispone, e allo stesso tempo di adorabile. Come mostra la scena finale, in cui reincontra la bambina che lo ha accusato ingiustamente, una scena capace di far piangere a Cannes 2012 anche un critico 50enne, insensibile e ateo.
Trailer
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- Prix d'interprétation masculine a Mads Mikkelsen al Festival di Cannes 2012
- Premio della Giuria ecumenica al Festival di Cannes 2012
Commenti (20) vedi tutti
Super/drammatico. Da vedere piu' per l'ottima interpretazione di Mads Mikkelsen che per la trama, poco convincente. Il finale dira' molte cose. voto 7
commento di filmistaFilm ben fatto, bene interpretato, buon ritmo, coinvolgente.
commento di albiclaBello bello bello. Lui è bravissimo Voto 8.5
commento di PepsinaUn capolavoro di tensione
leggi la recensione completa di siro17Gli occhi della bambina, ci rimarranno per sempre dentro in questo film drammatico e profondamente umano.
leggi la recensione completa di claudio1959Non posso che valutare molto positivamente questo film, interpretato benissimo da Mads Mikkelsen, e che ci fa capire che non bisogna mai credere a quello che si sente in giro, ma prima di giudicare, attenersi ai fatti.
commento di paolofmFilm che spiega come nei paesi scandinavi gli uomini si annoiano e fanno gli cose idiote e le donne si annoiano e fanno le tr*ie (a tutte le età). Esagerato il voto così alto
commento di arcarsenal79...da vedere....e non telefonate a Telefono Azzurro...
leggi la recensione completa di ezioIn attesa di vedere Un altro giro, la loro ultima fatica, questa recensione è un modesto omaggio al regista Thomas Vintenberg e all’attore Mads Mikkelsen, vincitori del premio EFA, l’ambito Oscar europeo assegnato a entrambi ieri a Berlino. Davvero due grandi protagonisti del cinema europeo.
leggi la recensione completa di laulillaIl tema centrale, estremamente delicato, sulla misericordia e la compassione umana, è approfondito con estro, ma "Il sospetto" va in esacerbazione nello sviluppo dei singoli profili psicologici. Un dramma viscerale quasi completamente riuscito.
commento di Stefano LPer la regia del danese Vinterberg, un thriller sorprendente, angosciante e ricco di critica alla società e all'uomo di oggi, con un grande Mikkelsen come protagonista.
leggi la recensione completa di SatanettoReDelCinemaOttimo film.
commento di Stelvio69Film trovato poco appassionante !
leggi la recensione completa di chribio1Ca-po-la-vo-ro! E ho detto tutto. In più personaggi delineati alla perfezione tanto da farti esprimere un parere immediato su ognuno di loro…l'amico, l'insegnante, l'amica, la preside, la bambina e naturalmente il protagonista.
commento di pierluesUn film ben fatto e ben interpretato. Vale la pena di vederlo in quanto pur trattando un argomento impegnativo e scottante lo fa con professionalità.
commento di UgoCatoneBeh il tema è veramente scottante,ma la costruzione e la risoluzione del dramma riesce a coinvolgere solo parzialmente…
commento di wang yuNon guardavo un suo film da Festen! Non l'ho seguito più nonostante il capolavoro che era… questo è un altra bomba che colpisce duro su una questione delicata. Una specie di La cosa "reale". Capolavoro! Finale da infarto…
commento di GoonieAleFilm inquietante disturbante e sgradevole,specie per un animalista un po' misantropo come il sottoscritto.Eccellente e giustamente premiato Mads Mikkelsen
commento di quicicascoFilm realizzato molto bene, mi è piaciuto molto, lo consiglio.
commento di PicassoMi spiace per Sorrentino ma agli oscar farò il tifo per Vinterberg perchè un film così intenso e disturbante non lo vedevo da molto tempo.
commento di artane