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Per le antiche scale

Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Per le antiche scale

di alan smithee
6 stelle

"La follia è un virus, Anna. Niente di più. Quindi addio misteri, addio analisi, addio teorie....le sue teorie.

Da oggi in poi grazie alla mia scoperta, il mistero diventa realtà, una realtà medica...quindi basterà un vaccino, un niente per sconfiggerla".

Nell'Italia di inizio anni '30, incontriamo il noto psichiatra Bonaccorsi (Marcello Mastroianni), nome di spicco di una celebre casa di cura per malati mentali sita in una amena zona della campagna toscana.

Poco a poco scopriamo che l'uomo è l'oggetto dell'attenzione sessuale di almeno tre donne di spicco dentro l'istituto: Francesca (Lucia Bosé) la moglie del direttore, Bianca (Marthe Keller), la sua volenterosa assistente maturata nella professione più sul campo che non sui libri, e la sexy Carla (Barbara Bouchet).

Quando all'istituto sopraggiunge un nuovo medico, ovvero la dottoressa Anna Bersani (Francoise Fabian), da tempo corrispondente di penna del dottore e curiosa di prender visione delle tecniche do cura adottate dal celebre medico, la situazione esplode, venendo a conoscenza la donna delle morbose abitudini che circolano in quell'istituto, ma anche di alcuni particolari inerenti la vita di Bonaccorsi, che lo indicano come un potenziale schizofrenico afflitto da una malattia a carattere ereditario che lo stesso ha sempre cercato di celare, ma che nello stesso tempo lo ha indotto ad interessarsi più che ad ogni altra cosa, verso un nuovo e sperimentale metodo di cura: metodo che si rivelerà unicamente un bluff, facendo parte integrante della follia senza controllo dell'uomo.

Diretto con gran mestiere da Mauro Bolognini, liberamente tratto dal racconto Dentro la cerchia delle mura, contenuto nel volume di racconti intitolato proprio Per le antiche scale di Mario Tobino, l'omonimo film è stato scritto da un collettivo di sceneggiatori tra cui spiccano per fama Tullio Pinelli e Raffaele Andreassi.

Gran cast, al quale si aggiunge, oltre ai nomi dei già citati, l'ottima Adriana Asti nel ruolo di Gianna, una malata di mente a causa delle percosse subite in gioventù dalla madre, che l'hanno resa una persona sensibile e ipertesa, sempre propensa a cercare con affanno la verità di ogni particolare che la riguarda o semplicemente la sfiora. 

"Lei vuol far credere di curare gli altri, ma vive nell'ossessione di curare se stesso perché muiore di paura: e questa è follia"

 

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