Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Non c'è proprio bisogno di conoscere il romanzo di Mario Tobino, da cui è tratto il soggetto, per rendersi conto che questo film non è completamente riuscito. Dove si narra come, in un manicomio dell'Italia degli anni trenta, un tale professor Bonaccorsi, temendo di essere lui stesso minato dalla follia (suo padre si suicidò e la sorella è alienata) e rifugiatosi in un'intensa attività sessuale con tutte le donne che gli capitano a tiro, credette di avere isolato in laboratorio il germe della pazzia. Probabilmente non avrebbe dovuto essere un regista decoratore come Bolognini ad assumersi l'onere di trasporre in immagini filmiche il romanzo di Tobino, che fu veramente medico in un ospedale psichiatrico: se la ricostruzione dell'epoca non fa una piega, convince poco quel manicomio lindo e pinto, dove i ricoverati ricordano a malapena quelli delle barzellette, mentre le donne, con l'eccezione della dottoressa Anna, sia quelle dentro le mura dell'ospedale sia quelle al di fuori, sentono prevalentemente le pulsioni animalesche del sesso. Nello scontro di caratteri tra il prof. Bonaccorsi e la dottoressa Anna si confrontano due concezioni diverse della scienza mesica e forse anche della politica, con lui che pretende di individuare in un microbo la causa della pazzia e lei che segue le teorie della psicanalisi freudiana, tendente a guarire le anomalie della mente con il dialogo. E quando lui penserà, fuggendo, di avere chiuso per sempre la follia che lo perseguita da sempre dentro le mura di un manicomio, si renderà conto, tramite i discorsi di un gerarca fascista incontrato sul treno, che quel pericoloso germe, per ricercare il quale aveva speso la sua reputazione di medico, si stava ormai diffondendo per tutta l'Italia. (22 luglio 2007)
A mio parere, neanche la scelta di Mastroianni può dirsi azzeccata: nonostante che si confermi un attore impeccabile, credo che per una parte del genere sarebbe stato più adatto un attore più sanguigno, del tipo, a puro titolo d'esempio, di Mario Adorf. Anche la presenza di Mastroianni, in questo film, è un po' come tutto il resto. Decorativo.
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