Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Da un romanzo di Mario Tobino, Mauro Bolognini, spesso a confronto con soggetti provenienti da opere letterarie, trasse questo dramma d'ambientazione manicomiale, che nella sostanza si può leggere come una metafora sul fascismo come manicomio "fuori", come testimonia la scena finale sul treno. Affidato a un Mastroianni non al suo meglio, nonostante avesse caldeggiato non poco la realizzazione del film presso il regista con cui aveva già lavorato, circondato da uno stuolo di belle donne, quasi tutte straniere, il film non manca d'interesse, ma ha un sapore troppo calligrafico per potersi dire riuscito, e le suggestioni del delirio diffuso tra i degenti dell'istituto, e il medico protagonista che ha un disegno non sano , da "dissociato" comunque, troppo spesso cozzano con un erotismo soffuso ma nemmeno onesto, per le troppe indecisioni in regia.
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