Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Voto 9. Uno dei migliori film di Bolognini. La vicenda si svolge negli anni '30, ma è pervasa dalle riflessioni sulla malattia mentale in voga negli anni '70. La follia è una malattia? Pazzi sono i pazienti o chi pretende di curarli? E non è pazzia quella del fascismo che, fuori dalle mura del manicomio, sta dilagando in Italia? La scena finale, con un Mastroianni sperduto tra le camicie nere, arriva come un pugno allo stomaco. Non trovandola tra gli attori su cui esprimere un giudizio, tengo a sottolineare qui la prova eccellente e commovente di Adriana Asti, in vero e proprio stato di grazia. E' una "pazza" di cui innamorarsi...
Quel camaleonte di Morricone! Musica pazza (moderna e sincopata) per le scene in cui regna la pazzia e un tema finale degno dei più grandi momenti del Maestro.
Nulla.
Perfettamente in parte, con il suo musetto alla Emmanuelle Béart...
Concentrata, appassionata, fiduciosa nei rapporti tra esseri umani, è il personaggio più positivo del film.
Ennesima dimostrazione della sua capacità di recitare praticamente ogni ruolo. Mai sopra le righe, donnaiolo pudico, pazzo... Ha fatto centro!
Narrazione pacata per una vicenda a dir poco agitata. L'intensità dei dialoghi, affidati ad attori tutti ispirati, sono uno degli aspetti più positivi del film.
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