Trama
La giovane insegnante Takako Ishikawa (Nobuko Otowa), alla fine dell'anno scolastico, decide di tornare in visita ad Hiroshima, sua città natale, quattro anni dopo lo scoppio della bomba atomica che l'ha rasa al suolo. La ragazza è stata allevata come una figlia dagli zii, su un'isola di pescatori, dove sembra essere riuscita a dimenticare l'orrore nucleare cui è scampata. Dopo aver omaggiato i genitori e la sorella, scomparsi quel tragico giorno, passeggiando per le strade di una città quasi ricostruita ma che reca ancora evidenti i segni della tragedia, incontra un mendicante semi cieco, nel quale riconosce Iwakichi (Osamu Takizawa), l'antico e fedele assistente del padre, costretto a vivere in una baracca. Apprende che questi ha perso il figlio, ma non il nipotino, ora affidato alle cure di un orfanotrofio. Chiede all'uomo di riflettere sulla possibilità di lasciare andare il piccolo a vivere con lei sull'isola, dove riceverebbe l'amorevole cura di una vera famiglia, ed estende l'invito anche allo stesso Iwakichi. L'uomo rifiuta, ritenendo il bambino la sua unica ragione di vita. Takako non si dà per vinta, ma aspetta di completare il suo itinerario, prima di ribadire l'offerta. A casa di Natsue (Niwa Saito), che la ospita durante il breve soggiorno e che all'epoca, come lei, svolgeva il lavoro di maestra d'asilo nella stessa scuola, apprende che tre dei bambini che frequentavano l'istituto sono sopravvissuti e decide di andarli a visitare.
Note
Commissionato a Kaneto Shindô - nato proprio ad Hiroshima nel 1912 - dall' Unione degli Insegnanti Giapponesi, il film si basa su una serie di testimonianze scritte dai bambini e dai giovani sopravvissuti alla bomba, raccolte dal professore universitario Arata Osada (1887 - 1961).
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Commenti (1) vedi tutti
E’ un dramma della memoria totalmente alieno da enfasi oratorie e rievocative conosciuto anche col titolo I figli della bomba atomica. Film di cupa atmosfera che fu finanziato con un budget bassissimo dal Sindacato Insegnati che poi lo accusò di un eccessivo pudore espressivo, conferma invece Shindo come ottimo narratore sensibile e delicato.
commento di (spopola) 1726792