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Per chi suona la campana

Regia di Sam Wood vedi scheda film

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La recensione su Per chi suona la campana

di sasso67
4 stelle

Film vero o film di propaganda? La data è sospetta, e il fatto che i soldati falangisti indossino elmetti di foggia germanica (anche se ignoro se la circostanza sia reale o meno) non fa che aumentare gli indizi che portano a convalidare la seconda ipotesi. Quanto al discorso relativo alla maggiore o minore fedeltà del film al testo di Hemingway, esso mi sembra poco interessante, anche se dubito che nel romanzo avesse un'importanza preponderante la storia d'amore rispetto alla vicenda bellico-politica. Credo che generalmente le opere di grande successo popolare, come è il romanzo omonimo di Hemingway, di solito risultano da una fusione dei due elementi, un po' come il polpettone Via col vento, romanzo e film. Certo è che "Per chi suona la campana" di Sam Wood è quello che si potrebbe definire cinema di papà nella sua accezione peggiore, ed è già manna che un film del genere si sia potuto realizzare (non a caso nel 1943, quando gli USA lottavano contro il nazifascismo); ho l'impressione che, pur depurato com'è da ogni allusione ai comunisti che combattevano contro Franco, un film del genere non si sarebbe potuto realizzare negli anni del maccartismo.
Dal punto di vista estetico il film è brutto e deludente. Sam Wood non sa realizzare un film che avrebbe necessitato della forza realista di un John Ford, o quanto meno di una realizzazione epica alla De Mille (che pare iniziò il progetto). E invece tutto questo non c'è, per colpa anche - e qui sta la maggiore delusione - del copione scritto dal pur grande Dudley Nichols, responsabile di molte sceneggiature di valore, che si limita a mettere le frasette che ci si aspetta di sentire in bocca ai personaggi. Colpa anche di Hemingway? Non lo so, perché non ho letto il romanzo, però il mitico sceneggiatore di "Ombre rosse" avrebbe sicuramente potuto fare di meglio.
Fa inorridire, poi, il fatto che anche diversi critici (devo citare sempre i soliti?) lodino l'interpretazione dei due protagonisti. Non è un caso, infatti, che già all'epoca l'Oscar fu attribuito a Katina Paxinou (che si ricorda anni dopo nella parte della madre di "Rocco e i suoi fratelli"), anziché ai due bambocci che interpretano le parti principali. Se, come dicono, fu proprio Hemingway in persona a scegliere i due attori, prese una cantonata storica; se infatti Gary Cooper con i suoi occhi azzurri ha almeno il merito di corrispondere allo stereotipo dell'americano che disinteressatamente combatte per la libertà, non si capisce a cosa possa corrispondere la svedese Ingrid Bergman con una recitazione assolutamente ridicola.

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