Regia di Gianni Cardillo, Daniele De Plano vedi scheda film
Vuol dire “da questa parte”. A Marsala e all’altromondo, dove il vecchio Natale finisce senza preavviso, lasciando un’eredità scolpita nella pietra ed eternata su pellicola. La casa di famiglia dove approda la nipote Rosina, bellezza mediterranea prestata all’America rincorrendo il Sogno. La telecamera affidata al piccolo Niccolò, che fa il cinema senza averlo visto mai, perché mancano i soldi. Ma anche la barca su cui lavora Salvo, ladruncolo redento dalla pesca e irredimibile marito farfallone. Lo sguardo di Natale si posa sulla sua isola calda e irrisolta, le parole accompagnano gli affetti. L’opera prima di Cardillo e De Plano vola alto pedinando la terra, trasformando l’espediente trendy del finto found footage in esperienza dialogica autentica. Rec, Play, Stop. Batteria scarica. Decine di filmati custoditi in una scatola di biscotti esortano a non tirare i remi in barca. Rosina ammantata nel lutto nerissimo, lenti grandi e scure da diva retrò, scioglie il suo personaggio al sole della Sicilia. Ripone l’aura hollywoodiana nell’armadio, dove il nonno ha conservato pure le memorie meno edificanti. Il commiato di Ben Gazzara alla vita e alla sua terra è impressionato in questa piccola opera sincera, che asciuga la retorica ma non appanna la favola, e guarda il mondo con gli occhi del bambino. “Da questa parte” le cose si vedono meglio: i fatti respirano ancora la possibilità e i rimpianti cristallizzati hanno la forza di sogni infrangibili.
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