Regia di Massimo Franciosa vedi scheda film
L'industrialotto Bruno, momentaneamente lontana l'amante Arabella, conosce la giovane finlandese Jane e se ne innamora puntualmente. Arabella, saputa la tresca, decide di vendicarsi colpendo basso l'uomo negli affetti e negli affari.
Il canovaccio è quello prevedibile della commedia scollacciata e maschilista di quegli anni, quella per capirci in cui furoreggiava Lando Buzzanca; qui al centro del progetto viene messo Carlo Giuffré, ma è evidente che il suo personaggio è ricalcato su quelli classici buzzanchiani. C'è se non altro da rilevare la rapidità con cui questa pellicola approda in sala, a fine 1971, quando il filone è ancora agli inizi; tratta da un soggetto di Lucile Laks con sceneggiatura di Gianfranco Battistini, Franco Ferrari e del regista Massimo Franciosa, Per amore o per forza è una storia poco più che barzellettistica, dai contorni sbiaditi con personaggi abbozzati e situazioni didascaliche. Un'iperbole machista con scontata scoperta delle fragilità e dei limiti del maschio, ma inevitabile 'lieto fine' nel quale l'uomo viene perdonato in quanto uomo e perciò sostanzialmente animale sessuale. Tutto invecchiato abbastanza rapidamente, insomma, e neppure particolarmente interessante già per la sua epoca di uscita; il film visse qualche turbolenza per colpa della censura ed ebbe una distribuzione a singhiozzo che lo portò al cinema in più riprese lungo l'arco di quasi due anni, fino al 1973. Oggi può sembrare scarsamente pruriginoso l'erotismo qui presente, ma i nudi femminili non erano poi così facilmente tollerati in quel momento storico; rimangono a ogni modo le belle presenze di Michele Mercier e Yanti Somer, spogliare a dovere per il piacere voyeuristico dello spettatore odierno. A parte quello, comunque, poco rimane. Nel cast anche Venantino Venantini, Marina Malfatti, Jacques Herlin, Enzo Cerusico. 3/10.
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