Regia di Valeria Golino vedi scheda film
valeria golino è un'attrice che da il meglio di sè con registi che la sanno gestire e formare come per esempio crialese e capuano nè "la guerra di mario". il suo esordio dietro la telecamera, in un lungo, avviene con un tema scottante e difficile, ma che sa gestire e formare altrettanto bene. miele è il nome di guerrigliera che si è scelta irene per fare quello che fa; alleviare le pene di malati terminali che non ce la fanno più a continuare quella non vita che stanno conducendo, in attesa di morire. ci sono regole precise da rispettare come per esempio non parlare "al futuro" con i pazienti ed essere presenti, ma sostanzialmente invisibili. è una lotta clandestina quella che irene e i suoi comlici compiono su suolo italiano, e come tale, dev'essere combattuta ed eseguita con tutti gli accorgimenti possibili. golino sta addosso alla sua irene e non a torto, ma non lo fa a discapito degli altri interpreti, che si, sono forzatamente più defilati, ma non danno la fastidiosa sensazione di essere lì per tappare dei buchi di sceneggiatura, almeno. miele è un personaggio che calza a pennello a jasmine trinca e da la sensazione di essere un completamento ad un altro suo recente, bello ed altrettanto tormentato personaggio, in un altro bel film italiano. approccio diretto, esplicito e androgino quello di miele/irene, tanto da dare una sensazione di ingovernabilità. irene è libera quando nuota in mare, anche se il suo cuore da la sensazione di non funzionare più così bene. professionale e affettuosamente vicina ai parenti di chi decide di farla finita, fanciullescamente gioiosa nel sesso con l'uomo sposato che incontra di tanto in tanto per sfogare quell'incontenibile voglia di vivifico godimento, così vitale e così intangibilmente irreale nel suo momento più alto. tutto cambia quando incontra l'ingegnere grimaldi, un uomo che non deve farla finita.... vuole! farla finita. cioè la differenza in sè manco ci sarebbe, ma miele non la vede e da guerrigliera non vuole avere sulla coscienza un vecchio coglione depresso. il rapporto tra i due cresce proporzionalmente ad un cambiamento irreversibile dentro alla ragazza. abituata ad avere a che fare con gente che la contatta perchè non ha altra scelta che porre fine ad una vita che non ha più nessuna parentela con essa, l'incontro con grimaldi la cambia. ci sono svariati momenti di alta commozione nel film della golino. commozione dura e pura legata proprio all'estrema scelta di decidere di porre fine all'amatissima vita, resa insopportabile dall'aggravarsi di malattie che storpiano corpi attraverso torture irreversibili. grimaldi la scelta ce l'ha ma non la vuole. nulla può distoglierlo dal suo proposito. golino è riuscita a rendere molto corporeo anche il rapporto che c'è tra la trinca e di rienzo. nel film non c'è, non si vede, ma si sente in quello scambio di battute in cui irene chiede a rocco se vede ancora quell'altra. è una bella scena, spontanea, "quell'altra..." "quale altra?.... si..... no..... parliamone". e poi quel finale... trinca ma quanto sei bella quando c'hai la grinta e sei cazzuta "guardi c'è stato un equivoco, non ci siamo capiti", ma quanto sei altrettanto bella quando sorridi e ridi.
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