Regia di Mikio Naruse vedi scheda film
I molti modi in cui Naruse intreccia i drammi e i personaggi in questo film sono talmente complessi che richiederebbero uno studio approfondito a parte. E' fantastico lo scarto che si evidenzia fra i film precedenti (pervasi da un senso di fatalismo opprimente, in controcampo al social commentary di matrice più realista) e questo film, che invece è intriso di un approccio molto più cinico, in qualche modo crudele, fatto di purezza contaminata. Questo scarto è ottenuto in modo evidente dall'abbandono degli ossessivi dolly in avanti e indietro che costellavano i film precedenti, e dando spazio qui invece a questi meravigliosi dolly laterali che agiscono come fossero le mosse di un ragno che tesse la sua tela. Ogni interazione è una stella di traiettorie, e l'alternanza di dialoghi e inquadrature dell'ambiente urbano conferma la complessità di questa trappola che i ruoli sociali usano per imprigionare i sentimenti reali. Ultimo film muto di Naruse.
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