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La meute

Regia di Franck Richard vedi scheda film

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La recensione su La meute

di Travis
4 stelle

La fiera del "già visto". 
Posso definire "La Meute" come un collage ben confezionato di film già fatti e rifatti. Se mi aspettavo un altro tassello intrigante della Nouvelle Trouille francese mi sono dovuto ricredere. "La Meute" non ha nulla a che vedere con prodotti talvolta anch'essi derivativi ma sempre con quel qualcosa in più che ti fa finalmente sentire un pò di profumo di novità in un genere ormai saturo di prodotti fatti con lo stampino. Parlo di film come "A L'interieur", "Martyrs" o l'ottimo "Calvaire". Da quest'ultimo Richard prende pure le astmosfere e i paesaggi nebbiosi delle campagne, sembrano fotografati allo stesso modo. Il film è la solita banalissima storia della giovane bella e scontrosa che finisce nella casa diroccata sbagliata rischiando di finire così in pasto al mostro o mostri di turno. Una nuova, ennesima, versione moderna del capolavoro di Hooper del '74. Ma si è voluto addirittura osare di più, saccheggiando pure il Romero de "La Notte dei Morti Viventi" per chiudere in bellezza con un finale "a sorpresa" in stile "The Descent" (imho uno dei migliori horror degli ultimi 10 anni). Derivazione a mille per questo film che se ha delle potenzialità le deve solo alla sua confezione, e parlo di fotografia, regia e anche della Moreau, che offre un'interpretazione più che buona. Il resto del cast fa il suo dovere senza impressionare. Ritmo lento, plot prevedibilissimo e banale...insomma, una delusione. Gli zombie mutanti sono dei "cattivi" inconsistenti, che non rimangono assolutamente nella memoria. A dir la verità nemmeno la Moreau, nonostante la buona interpretazione, rimane impressa. Non mancano citazioni piuttosto palesi, parlo di inquadrature che richiamano chiaramente altri film, di cui alcuni sono quelli già citati poco sopra. In realtà è forse l'intero film ad essere una citazione, ma citare senza rielaborare minimanente il materiale di partenza è inutile. Se non si ha nulla da aggiungere a questo filone horror meglio lasciar stare, la stessa cosa che mi venne da pensare dopo la visione del nostrano "Shadow" e di altri film praticamente copincollati.

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