Regia di Franck Richard vedi scheda film
Credo che sia difficile al momento trovare un'attrice così versatile come la belga , corpulenta, quasi sessantenne Yolande Moreau, una vita da caratterista e poi improvvisamente balzata agli onori della cronaca con la grottesca ferocia Louise-Michel di de Kervern e Delépine che poi l'hanno riconfermata anche nel loro successivo Mammuth in cui recitava la parte della moglie del mastondonte Depardieu. Da qui in poi una una nuova carriera da protagonista.
Ed è venuto fuori il suo talento multiforme tanto da mettersi alla prova in un film crudo ed efferato come questo.Credo che sia raro, se non unico trovare un'attrice che spazi così da un genere all'altro , dal cinema d'autore all'horror senza compromessi.
Ero inoltre ansioso di rivedere all'opera la protagonista di un film che all'epoca mi trafisse il cuore, Rosetta, in cui lo sguardo intenso e i gesti nervosi dell'esordiente , giovanissima Emilie Dequenne si affacciavano per la prima volta al cinema.
Dicevamo horror senza compromessi: effettivamente La meute spinge sull'acelletatore da subito e si ferma solo ai titoli di coda.
Una ragazza in fuga non si sa da che e non si sa per dove per proteggersi da una banda di motociclisti carica un bell'autostoppista. Quando si fermano per rifocillarsi in un locale ( La spack,dal nome della robusta un vero e proprio saloon western disperso nelle campagne francesi che prende il nome dalla proprietaria, una Yolande Moreau inquietante come poche ) lui va in bagno e sparisce.
La ragazza aspetta la notte e rientra nel locale per cercarlo ma....
La meute, esordio alla regia di Franck Richard ( anche sceneggiatore) è un film che non nasconde i suoi punti di riferimento del genere a cui appartiene. I padri putativi di questo film sono opere come il magnifico Calvaire di Du Welz o anche Frontier(s) di Gens però spogliato di tutte le sue connotazioni politiche.
La campagna francese, silenziosa terra di nessuno in cui si possono nascondere mostri è protagonista in questi film che poi esplorano le nuove frontiere dello splatter e del gore cercando di spostare sempre più in alto l'asticella dell'eccesso.
Un altro riferimento che sarà colto da tutti quelli che vedranno il film è senza dubbio quello del marshallianoThe Descent ( altro film di culto qui a bottega ) che viene citato a più riprese.
The meute ha comunque la capacità di mescolare in modo abbastanza nuovo ingredienti già abbondantemente usati e sorvolando su qualche pecca di logica ( per esempio ma perchè una deve rischiare la vita per cercare uno sconosciuto ? ) e di sceneggiatura ( diciamo che i dialoghi nella seconda parte del film non brillano di luce propria ) bisogna riconoscere che assolve benissimo al suo ruolo di brutale intrattenimento.
E' confezionato benissimo, ben fotografato, con un cast all'altezza e un'ambientazione che fa da adeguata cornice horror agli avvenimenti.
E comunque La meute il meglio lo lascia per il finale. E qui mi tocca spoilerare di brutto per spiegare.
SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER Dopo un prefinale stile The Descent che comunque già ti faceva salire il groppo in gola facendo intuire la ciclicità degli avvenimenti , Richard assesta il colpo di genio con l'ultima sequenza in cui vediamo la protagonista, oramai ridotta a cibo insanguinato per mutanti, appesa a testa in giù e con una gamba di meno ad attendere che si compia il suo destino. Vede il sole che sta per sorgere e vede allo stesso tempo la sua vita la tramonto. Il sangue scende copioso sull'inquadratura come a chiudere un sipario. Sul film e sulla vita della protagonista. Titoli di coda. FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER FINE DELLO SPOILER.
Il film è stato presentato in concorso a Cannes 2010 . Non oso pensare alla reazione del pubblico sicuramente non abituato a tali sollecitazioni orrorifiche.
(bradipofilms.blogspot.it )
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