Regia di Tengiz Abuladze vedi scheda film
Tenghiz Abuladze, nativo della Repubblica di Georgia, è il regista che ha avuto il merito di vedere prescelto questo suo film come prima opera di denuncia dei crimini staliniani. A volerlo è stato Michail Gorbaciov, e il film - girato nel 1984 - è stato distribuito dalla fine del 1986, grazie alla Glasnost dello stesso Gorbaciof, divenendo rapidamente il film-manifesto della "perestrojka".
Nel 1987 il film ha ottenuto un enorme successo popolare in tutta l'URSS, e gli è stato attribuito il prestigioso Premio Lenin.
Inoltre, al 40° Festival di Cannes ha vinto il Gran Prix Speciale della Giuria.
La vicenda inizia con i solenni funerali di un potente personaggio pubblico, Varlam Aravidze (Autandil Makharadze).
Il giorno dopo la salma del defunto sparisce.
In realtà, il trafugamento della salma avviene per ben tre volte, prima di arrivare a scoprire la profanatrice.
La donna è la figlia di un artista perseguitato dal regime, torturato e ucciso insieme alla moglie per volere del crudele dittatore Varlam.
Nel processo intentato alla donna, Kevelan, rea di sottrazione e vilipendio di cadavere, è chiara l'intenzione da parte dei giudici di impartire una condanna esemplare, atta a contenere eventuali tentativi di emulazione.
Ma Kevelan, con grande determinazione, ricostruisce senza tralasciare alcun particolare il dramma e le angherie subite dalla sua famiglia, e alla fine vengono alla luce tutti i misfatti compiuti da Varlam anche e soprattutto su persone inermi e innocenti.
Avel, figlio del tiranno, che era il più accanito accusatore di Kevelan, si rende conto di avere vissuto accanto a un mostro, senza essersene reso conto. Viene colto da crisi di sconforto, sino ad uscire di senno.
La fine del processo vedrà anche altre vittime illustri, nell'ambito familiare di Varlam e Avel.
Considerato che il film è stato prodotto in Georgia (URSS), può essere considerato nella sua importanza storico-politica, prima che dal punto di vista artistico. Il cast tecnico è ai più sconosciuto, per cui elogiare o criticare sembrerebbe fuori luogo.
La musica, di Nana Gianelidze, ben si adatta alla serietà della storia, ma un film così potrebbe anche non avere una colonna sonora musicale.
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