Regia di Massimo Troisi vedi scheda film
La prima volta che lo vidi non mi piacque, ma devo ammettere che a distanza di circa quindici anni, posso tranquillamente rivedere il mio giudizio al rialzo. Benché resti sempre difficile ingabbiare il talento comico del regista in una trama sentimentale, specialmente dopo che storie d'amore a fine poco lieto siano state proposte, negli ultimi trent'anni, nelle salse più svariate, "Pensavo fosse amore..." funziona soprattutto dal lato comico. E infatti, secondo me, Troisi resta soprattutto un grande comico che, come tutti i suoi colleghi di talento (basti pensare a Chaplin o a Benigni, per citare soltanto due tra i più dotati), confina spesso con il poeta. Anche il discorso sull'amore, tuttavia, funziona. Pur senza andare a cercare filosofie spicciole ("l'uomo e la donna sono le persone meno adatte a sposarsi"), Troisi rende con questo film una sua idea di delusione amorosa, poiché si spera sempre in qualcosa di forte e duraturo, che però, spesso, si rivela fragile come una carrozzella, che una pietra o una buca della strada possono rompere in modo irrimediabile. Grazie a qualche accenno intelligente ed azzeccato (l'amico religioso, il riferimento alla chimica goethiana delle "Affinità elettive", l'accenno all'inveterata scaramanzia napoletana), preferisco ricordare Troisi come l'autore/interprete di questo film, piuttosto che del sopravvalutato "Postino".
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